La seconda giornata della Serie A 2018/19 ha messo in luce le qualità di Riccardo Moraschini. Il 27enne nativo di Cento è stato tra i trascinatori della Happy Casa Brindisi, vincente tra le mura amiche del PalaPentassuglia contro la Pallacanestro Pesaro, ko con il punteggio di 88-73.
Moraschini ha contribuito dalla panchina, con 16 punti, 3 rimbalzi, 3 palloni recuperati ed 1 assist in 20′, una prestazione che gli è valsa la nomina a miglior giocatore italiano della 2° giornata. Intervistato dal Corriere dello Sport – Stadio, il giocatore di Brindisi ha spiegato le sensazioni del momento, oltre al perché ha scelto la Puglia.
“E’ stata una decisione semplice da prendere, avendo già lavorato al Sud” – ha spiegato Moraschini – “Brindisi, poi, è speciale e ha tifosi straordinari. Il gruppo è unito ed affiatato, come se giocassimo insieme da anni. Una cosa mai capitatami prima in carriera“.
“I nostri obiettivi? La salvezza innanzitutto. Ad Aprile, poi, vedremo in che posizione saremo. Coach Vitucci, sin da subito dalla prima telefonata, mi ha trasmesso una gran carica e voglia di fare, cercando di raggiungere traguardi belli ed importanti“, aggiunge l’ex, tra le altre, di Virtus Bologna, Virtus Roma e Trento.
Il focus, quindi, passa proprio alla fase precedente della sua carriera: “Ho bruciato le tappe, prendendo anche decisioni errate, che mi hanno spinto su un percorso inatteso. Ma non ho rimpianti, dato che tutto ha aiutato la mia crescita“, continua Moraschini.
“Non sempre sono stato in grado di sfruttare a dovere le occasioni” – conclude il giocatore – “Un po’ la colpa è stata mia, un po’ del movimento, poiché agli italiani non si concedono abbastanza spazio, tempo e fiducia. Le occasioni sono poche e vanno colte immediatamente. Io, però, non ho rimorsi né cerco colpevoli. Ho imparato a lasciarmi alle spalle il passato, concentrandomi sul presente“.
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