Dopo la bella vittoria di Brescia sulla Lituania, l’Italia non è riuscita a ripetersi, venendo anzi nettamente sconfitta a Danzica dalla Polonia, con il risultato di 94-78. Un ko che non pregiudica le chance di qualificazione della Nazionale ai Mondiali di Cina 2019, ma rinvia l’acquisizione del pass alle partite di Febbraio, dove i nostri dovranno vincere almeno una delle due partite che li vedranno contrapposti ad Ungheria prima (in casa) e a Lituania poi (in trasferta).
Queste le considerazioni di coach Meo Sacchetti a fine partita: “Di certo abbiamo fatto un pessimo primo quarto, concedendo troppo ai nostri avversari. Poi loro sono andati con sicurezza, ed è logico che per recuperare fai fatica. Sei a 6 punti, 7 punti ma, in quel momento, non devi più sbagliare niente“.
“Abbiamo commesso qualche errore nella fase in cui potevamo riaprire la partita; quindi abbiamo subito un break ed è finita” – prosegue l’head coach della Nazionale – “A questo punto ci serve ancora una partita. Non è che, parlando di Ungheria, andiamo a giocare contro una pessima squadra, ma nemmeno contro una delle migliori d’Europa. In casa loro abbiamo faticato, è meglio se ce la giochiamo in casa“.
Anche Pietro Aradori si è fermato ai microfoni dei giornalisti: “I polacchi andavano di più in tutti i sensi, è una partita in cui sono riusciti fin da subito a prendere un vantaggio. Abbiamo subito molto Lampe, ma più in generale hanno tirato molto bene in ogni circostanza, da tre, piedi a terra e così via. La cosa positiva è che abbiamo mantenuto la differenza canestri, e siamo ancora in corsa per i Mondiali. Tutto è nelle nostre mani e la nostra prossima partita è con l’Ungheria“.
“Questa finestra si chiude per noi in maniera abbastanza positiva. Soprattutto verso metà terzo quarto abbiamo provato a star lì, arrivando anche a -6. La voglia c’è, il talento e l’organizzazione anche” – aggiunge il giocatore della Virtus Bologna – “Le finestre di qualificazione al Mondiale? E’ un discorso ampio e penso che, dall’anno scorso, siamo stati in 2-3 sempre. Le scelte sono state ponderate, ma questa situazione vale per noi come per le altre nazionali“.
“Devi arrangiarti nei giorni che hai, scendere in campo, fare il meglio possibile; la domenica nel club, il giovedì in Nazionale” – conclude Aradori – “Anche agli altri ragazzi che sono venuti va fatto un inchino. Non è semplice scendere in campo in situazioni diverse a 48-72 ore di distanza, non siamo robot. Ripeto, siamo positivi per il prosieguo del nostro cammino“.