In queste convulse (per lo sport in generale) e drammatiche (per il Paese ed il mondo intero) settimane, tra i fautori più convinti di una possibile ripresa della Serie A, quando e se si presenteranno le condizioni, c’è Luca Baraldi. Raggiunto dall’edizione bolognese de La Repubblica, l’Amministratore Delegato della Virtus ha voluto chiarire una volta per tutte le sue ragioni, replicando soprattutto a chi lo accusa di voler cinicamente giocare per forza, in barba alla situazione generale causata dalla pandemia.
“Vero, soprattutto sui social leggo spesso che io vorrei giocare per forza. Il mio, però, è un lavoro teso a salvaguardare i valori economici poiché, se operiamo bene adesso, quando ripartiremo ci sarà ancora linfa vitale per il movimento. In caso contrario, la situazione da affrontare sarà più che drammatica” – spiega Baraldi – “Per quel che ci riguarda, calcoliamo mancati introiti per circa 5 o 6 milioni di euro. Eravamo in testa al campionato e ai quarti in EuroCup, investendo su questa stagione 10 milioni di euro. Se la stagione venisse cancellata, andrà tutto in cenere“.
Nella giornata di ieri, il ministro Spadafora ha annunciato la volontà di prorogare il ban alle competizioni sportive, allenamenti compresi, fino al 30 aprile, e Baraldi si dice d’accordo: “Una decisione condivisibile, e vedremo quanto impatterà sulle possibilità di una ripresa più in là“. Infine, l’AD della Virtus parla di stipendi e della questione scudetto. Sul primo punto: “Se la stagione venisse cancellata, il taglio degli stipendi sarà un’opzione e ci lavoreremo con la GIBA“. Sul secondo: “Sinceramente lo daremmo più volentieri a medici ed infermieri che ogni giorno lottano per tutti noi“.