“In questo periodo di emergenza mondiale, oltre all’aspetto squisitamente sportivo che si è dissolto come neve al sole all’inizio di marzo per tutte le società, che siano di basket, volley o qualsivoglia altra disciplina, vige e pesa come un macigno l’aspetto prettamente economico che si è venuto a creare con il conseguente stop di tutte le attività ludico/sportive.
E’ inutile sottolineare come il Covid-19 abbia messo a nudo tutti i punti deboli delle nostre Federazioni sportive ed in particolare della nostra FIP, la quale, nel corso di questi anni, ha tentato più volte di nascondere i problemi sotto il tappeto. Ora ci si domanda come venire fuori da questa situazione paradossale, in cui bisognerebbe stimolare maggiormente il nostro settore per non farlo morire del tutto, perché nonostante tutti gli sforzi fatti dalle società a tutti i livelli, il nostro sport, in Italia, era già in coma farmacologico da tempo immemore nonostante l’ottimismo di facciata palesato anche dalla nostra Federazione.
Allora veniamo ai punti nodali per le nostre società, le quali, per poter mantenere un minimo di attività, hanno assoluto bisogno di iscritti e di introiti.
La domanda da porci post pandemia è molto semplice, quante famiglie saranno in grado di poter iscrivere i propri figli ai vari corsi di basket o minibasket? In tal senso le società dovranno gioco forza andare incontro alle esigenze delle famiglie e abbassare le quote d’iscrizione.
Perfetto, tutto questo sarà possibile solo se anche i costi di esercizio, quali per esempio l’affitto delle palestre le pulizie e la sanificazione delle stesse, che a quanto pare dovrà essere obbligatoria, possano subire pari riduzione in modo da non strozzare Mortalmente le società!!!
Il cane che si morde la coda!
La Federazione dopo un Consiglio Direttivo è venuta incontro alle società con un pacchetto di aiuti a dir poco indegno, senza considerare l’effettiva situazione venutasi a creare, come se vivesse su un altro pianeta. Capisco che l’adeguarsi alle regole imposte dalla Federazione Nazionale è d’obbligo (forse) ma loro sono i nostri portavoce ed in questo senso alcune società laziali dalla C Gold alla D avevano fatto sentire la loro voce, anche se parziale, in merito ad alcune soluzioni da poter adottare. Devo dire che sono state, a parer mio, abbastanza soft nelle richieste perché questo sarebbe il momento per poter cambiare molto.
Per esempio i costi per i nostri campionati sono eccessivi a partire dai famigerati NAS che in C Gold (io mi fermo ai campionati regionali perché se penso a quelli nazionali sarebbe da suicidio) fanno lievitare il tesseramento di un giocatore senior (non professionista) alla modica cifra di euro 2500 (di cui euro 1.125 vanno alla FIP e euro 1375 suddivisi tra le varie società di formazione del giocatore); in C Silver il tesseramento costa euro 1.250 (di cui 370 alla FIP ed euro 880 al resto delle società di formazione); in D il tesseramento costa 300 (di cui euro 90 alla FIP e 210 alla società di formazione). Dimenticavo di dirvi che se una delle società di formazione del giocatore nel frattempo sia scomparsa, la FIP si accaparrerebbe l’intero parametro (non potrebbe invece inserirla in un fondo per il COVID?).
Scusate se mi sono dilungato in cose di cui magari voi già siete a conoscenza ma volevo evidenziare che secondo me sono costi eccessivi, sopra ogni accettabile condizione. E vi faccio alcuni esempi:
a) nel volley i costi per il Tesseramento di Atleti sono i seguenti:
– Nate negli anni 2006-2013 (F), euro 2,50;
– Nati negli anni 2004-2013 (M), euro 2,50;
– Nate negli anni 2003-2005 (F), euro 5,00;
– Nati negli anni 2003 (M), euro 5,00;
– Nati/e negli anni 1995-2002, euro 9,00;
– Nati/e negli anni 1994 e precedenti, euro 15,00;
– Stranieri, euro 500,00;
b) nel rugby non ci sono costi di tesseramento se non quelli assicurativi;
c) nel calcio siamo su un altro pianeta (federazione e società ricchissime) ma anche lì i costi di tesseramento nelle categorie inferiori sono risibili, nulla a che vedere con i nostri costi.
Ho preso in considerazione alcuni degli sport di squadra più importanti nel nostro Paese ma non sono riuscito a trovare una comparazione tra i nostri costi e quelli delle altre Federazioni, perché non esiste. Pertanto vorrei conoscere il genio che ha pensato e realizzato tutto questo e soprattutto mi domando chi abbia avuto i maggiori benefici se non poche grandi società di interesse nazionale.
Inoltre, una considerazione per quest’anno sportivo, se il campionato non si è concluso, perché dovremmo pagare i NAS?
Tutto questo e altro ancora andrebbe rivisitato e riprogrammato in considerazione del momento funesto che sta passando il nostro Paese, ipotizzando altresì, alla possibilità che tutto ciò possa ripresentarsi e fermare nuovamente tutta la macchina organizzativa e solo per questomotivo non dobbiamo farci trovare impreparati.
Le società dovrebbero fare fronte comune e cercare di lasciar perdere vecchi o giovani rancori e cercare di mettere a frutto tutti insieme le proprie conoscenze e competenze, porre in atto idee per rimettere in carreggiata questo sport attraverso la loro immensa passione, naturalmente il tutto con l’aiuto dello Stato il quale dovrebbe permettere di defiscalizzare il più possibile (sponsor, affitti, quote sociali ed altro), permettere ad un qualsiasi genitore di portare in detrazione la maggior parte, se non tutta, la quota di iscrizione pagata alla società, che a sua volta dovrà abbassare le sue pretese economiche.
Il discorso sarebbe così lungo e non voglio tediarvi ancora, ma questa che faccio è una richiesta esplicita e chiara alla Federazione di rivedere totalmente le proprie pretese altrimenti non sarà più possibile per molti portare avanti alcunchè e tutto ciò che abbiamo amato e amiamo scomparirà.
Questo non è solo un grido di denuncia ma soprattutto è un grido di allarme … forse l’ultimo!
Pertanto vi chiedo di riatterrare sulla terra (che nel frattempo vi accorgerete è molto cambiata) e verificare se quello che dico sia errato o meno. Sarei molto felice se qualcuno riuscisse a contraddirmi!!”.
Roberto Padalino
Basket Marconi