In riferimento alla Nota Ufficiale della Lega Nazionale Pallacanestro diffusa in data 7 maggio 2020, il vice presidente della GIBA, Mario Boni, dichiara quanto segue.
Sarà per me un onore presentarmi, se convocato, davanti alla Procura Federale, per fornire tutti i chiarimenti che il mio ruolo impone.
Non trovo, nella nota ufficiale LNP, nessun commento a quanto da me riferito circa le inadempienze lamentate da alcuni giocatori. Se la Lega dovesse averle dimenticate, sarà mio compito eventualmente ricordarle in tutte le sedi opportune.
LNP tiene a sottolineare che anche io sono stato per diverse stagioni giocatore dilettante, avendo accettato normative e contrattualistica. Certamente! E mi rammarico di non aver proceduto per far riconoscere i miei diritti di lavoratore. Nessun TFR, niente versamenti a fini pensionistici, niente tutele assicurative in caso di malattia, problematiche che fanno del basket dilettantistico una realtà dove i giocatori sono in balìa delle alterne fortune personali. Credo che un mio ricorso al giudice del lavoro avrebbe aiutato a farmi riconoscere quelle mancate tutele che purtroppo, ora che gli anni sono passati, rimpiango. È anche per questo che ho scelto di impegnarmi nella GIBA, lottando per cambiare ciò che ho vissuto in prima persona e ritenuto ingiusto o migliorabile.
Circa le fideiussioni, l’Associazione Giocatori è stata la prima a battersi per l’aumento del loro valore e ha sempre dato atto alla Lega del miglioramento avvenuto negli anni, così come ha riconosciuto l’importanza dei controlli Comtec e sostenuto l’introduzione delle liberatorie. Regole utili per la credibilità del movimento e non solo per i tesserati, ma anche per le società serie che ci sono, per fortuna. Proprio sulle liberatorie, però, non si può non ricordare come l’ultima firmata dai giocatori nella stagione 2019/2020 è del mese di dicembre.
Circa il contratto-tipo citato dalla Lega Nazionale Pallacanestro, non posso che definirlo, dopo aver sentito tantissimi giocatori, una inutile provocazione. E poco credibile è la precisazione della LNP in merito. Non si è trattato infatti di una “bozza”, dal momento che alle società iscritte è stato presentato come modello unico da utilizzare. Una bozza si discute con le controparti e questo non è avvenuto, al contrario del passato, non solo con i giocatori, ma neanche con allenatori e agenti.
La Lega afferma inoltre che da alcune stagioni ha reso obbligatoria per le Società la stipula di una assicurazione che copre infortuni e rimborso cure mediche per atleti e staff. Addirittura una polizza infortuni! Mi inchino davanti a tanta generosità, i giocatori ringraziano. In realtà sulle tutele assicurative il mio riferimento era evidentemente alla mancanza dell’assicurazione INAIL per i giocatori non professionisti. Che sono lavoratori, non semiprofessionisti, amatori o hobbisti come qualcuno in LNP vuole far credere. A questo proposito, nei prossimi giorni pubblicheremo un dettagliato studio condotto, grazie agli atleti, tra i giocatori, in cui è evidenziato che quasi la totalità degli stessi gioca a pallacanestro come attività esclusiva o prevalente, unica fonte di reddito per sé e la propria famiglia.
Proprio questi lavoratori non hanno apprezzato l’atteggiamento della LNP in questi mesi. La mancanza di rispetto ed empatia per chi va in campo ha avvelenato tanti ragazzi, che hanno ricordato anche in una lettera che la GIBA sono loro e proprio all’associazione giocatori fanno riferimento. La cosa che è dispiaciuta di più è stato l’alzare muri inutili da parte di LNP con un atteggiamento padronale inconcepibile, l’ultima cosa di cui il nostro movimento aveva bisogno in un momento di difficoltà per tutti come quello che stiamo vivendo.
Se non cambierà atteggiamento non ci sarà corso di formazione che tenga, perché a quel punto saranno i giocatori a scegliere un’altra strada e non ci sarà più nessuno a cui chiedere di allenarsi tutti i giorni, mattina e pomeriggio, per poi scendere in campo la domenica.
Comunicato a cura di Ufficio Stampa GIBA – Giocatori Italiani Basket Associati.