Voglia di ripartire e di farlo insieme. In famiglia. Come da miglior tradizione Fortitudo.
Nonostante l’orario pomeridiano di un caldo giorno feriale, erano più di 300 i tifosi della Fortitudo accorsi in via Giacosa per dare il benvenuto a coach Romeo ‘Meo’ Sacchetti in occasione della sua conferenza di insediamento aperta a media e fans.
L’ingresso di Meo è stato accolto da lunghi e scroscianti applausi, il miglior benvenuto possibile per coach Sacchetti che, a sua volta, ha ricambiato tanto, immediato affetto prestandosi agli innumerevoli selfie di rito di fine giornata.
Presenti. in prima fila, Gianluca Muratori e Roberto Melloni (rispettivamente Presidente e vice Presidente della Fondazione Fortitudo), i vertici dirigenziali della Banca Cambiano e tanti altri amici, partners e sostenitori della Effe.
Coach Sacchetti è stato introdotto ufficialmente ai presenti dal Presidente di Fortitudo Pallacanestro, Christian Pavani.
Ecco un estratto delle dichiarazioni rilasciate da coach Sacchetti nel corso della conferenza:
”Bellissimo. Non mi aspettavo un’accoglienza di questo tipo. So quale è la passione per il basket e per la Fortitudo qui a Bologna. Dicevo, a collaboratori e dirigenti, che torno qua dopo 40 anni: sono stato giocatore nel Gira, ora sono allenatore, e conosco il valore della pallacanestro in questa città. Ho avuto vari allenatori bolognesi: Ettore Zuccheri, Lino Bruni, Beppe Lamberti. Devo ancora calarmi nel mondo della Fortitudo, che pare qualcosa a parte rispetto al resto del basket: è qualcosa di viscerale, entra nella pelle, mai conosciuta personalmente ma chi me l’ha raccontata mi ha sempre fatto capire che è un attaccamento speciale. È stato veloce venire qua, non avrei potuto dire di no. Questa è una opportunità che non so se mi sarebbe potuta ricapitare, so di venire in una società che ha ambizioni, vogliamo far bene.
Mi conoscerete, non sono un tipo particolarmente aristocratico, ho una faccia sola, e spero di imparare a conoscere tutti: non sarà un lavoro facile, portare fuori i valori della Effe ed esaltarli, ma mi stimola. Vivo molto di sogni, fin da quando ero bambino, nessuno mi ha mai regalato niente: non potevo essere un giocatore di alto livello ma ci sono riuscito con la forza della volontà, da allenatore nessuno credeva che sarei arrivato fin qua, dopo aver allenato davvero in tutte le categorie.
La mia missione sarà quella di trasformare tutta questa energia sul campo, in modo da ottenere risultati. La squadra sarà fatta per raggiungere risultati, cercheremo di fare il nostro meglio e speriamo che il nostro ‘meglio’ sia qualcosa di importante.
Abbiamo giocatori che fanno canestro, a me piace molto correre e avere molti possessi. Servirà anche grande sacrificio, perché chi vuole raggiungere qualcosa di importante sa anche ‘sbattersi’ per ottenere risultati.
Si sentiva la mancanza della Fortitudo quando non era in serie A, perché era una ribalta non solo per Bologna ma anche per tutta Italia. Giusto che ci sia una sana rivalità sportiva con la Virtus, ma penso siano contenti anche alla Virtus che ci sia una Fortitudo di alto livello, e viceversa”.
Fonte: ufficio stampa Fortitudo Bologna