Virtus Cassino – Daniele Grilli in un’intervista esclusiva ci ha svelato i suoi progetti. Tra basket e lavoro, Daniele ha le idee chiare.
La Virtus Cassino, a metà della scorsa stagione, ha ingaggiato Daniele Grilli. Una lunga esperienza trascorsa 4 anni prima e un grande amore per la città e la società hanno portato Daniele ad accettare. Oggi a oltre un anno di distanza abbiamo chiesto le sensazioni e le aspettative per il futuro. Ma lasciamo che sia lui a raccontarvele.
Come sono stati questi mesi di stop forzato e come va la ripresa degli allenamenti? Per fortuna ho un fratello preparatore atletico quindi sono sempre stato seguito. Durante la quarantena non sono mai stato fermo e ne ho approfittato per mettermi in forma. Poi appena hanno riaperto le palestre sono corso a giocare con la palla ma sempre in modo provvisorio fino a che non ci diranno quando e come potremo tornare, io mi farò trovare pronto sicuramente. Non è stato per niente facile e ancora adesso allenarsi da soli non è facile.
Se non sai come e quando ricominciare parliamo di dove: rimarrai alla Virtus Cassino? Ne stiamo parlando in questi giorni. Al 90% rimarrò a Cassino, salvo grandi colpi di scena e imprevisti, rimarrò.
La tua è stata una stagione importante: com’è il rapporto con la squadra e la città? Il mio è stato un ritorno a cassino dopo 4 anni. Andai via dopo una finale e una bellissima stagione. Ho scelto Virtus Cassino anche in un momento di difficoltà perché so che c’è gente professionale e professionista. Sapevo anche che saremmo tornati in alto. Ci hanno interrotto proprio sul più bello ma personalmente ho trovato un ambiente familiare e professionale allo stesso tempo in cui pensano a tutto sia dentro che fuori dal campo.
Hai girato tanto in Italia e vieni sempre annunciato con entusiasmo, per te c’è una città o una squadra che ti ha lasciato qualcosa in particolare? Ci sono due città a cui sono particolarmente legato. Sicuramente Cassino, poi Barcellona. La mia vittoria più bella è stata riportare entusiasmo in una piazza che era quasi scomparsa dal panorama cestistico. Ricordo che alla prima partita in Sicilia c’erano 200 persone, all’ultima dopo due anni quattromila.
Obiettivi personali per il futuro? Il futuro in realtà sarebbe dovuto già essere iniziato ma la pandemia è stata un ostacolo impegnativo. Anche io, come mio fratello, ho studiato per diventare preparatore atletico e personal trainer. Vogliamo aprire un centro tutto nostro, fisico e fisioterapico. Un progetto che realizzeremo il prima possibile, spero il prossimo anno.