Si è finalmente conclusa la quarantena di Donte Thomas, tra i volti nuovi dell’Acqua S.Bernardo versione 2020-’21.
Dopo aver terminato i quattordici giorni previsti dai protocolli, la robusta ala statunitense ha raggiunto nella giornata di lunedì il resto del gruppo a Chiavenna, in provincia di Sondrio, per il tradizionale ritiro estivo biancoblù.
Uscito due anni fa da Bradley University, Thomas ha iniziato la carriera nei professionisti al nord dell’Europa, mettendosi in luce con i colori biancoverdi del KTP Basket. Con la compagine finlandese, l’ala ha disputato un’ottima annata, tanto da entrare nel mirino degli Oklahoma City Thunder, franchigia NBA che lo ha tenuto d’occhio a lungo prima di invitarlo, nell’estate del 2019, a partecipare a un training camp. Poi, il ritorno in Europa, questa volta per debuttare in una competizione internazionale. I rapidi
progressi compiuti nel suo anno da rookie, infatti, non sono passati inosservati a chi, come il Donar (formazione olandese di Groningen), voleva un elemento giovane da inserire nel proprio roster, pronto, da lì a poco, a partecipare alla FIBA Europe Cup. Anche in questo caso, alla sua seconda stagione in Europa, Thomas non ha deluso le aspettative, riuscendo ad alzare ulteriormente l’asticella. Le ottime prestazioni e le cifre messe insieme gli sono poi valse l’ingaggio di Cantù, una piazza storica del basket europeo che punta molto su giocatori affamati e motivati proprio come Thomas.
«Sono entusiasta – ha commentato l’ala americana – di questa nuova avventura che, sono sicuro, mi consentirà di crescere ancora tanto come giocatore e come uomo. Non vedo l’ora di iniziare a fare sul serio e di conoscere approfonditamente l’ambiente che mi circonda, sono carico».
Giunto l’altro ieri a Chiavenna, in neppure 48 ore, Thomas, si è subito innamorato dei paesaggi montani che caratterizzano il ritiro estivo dei biancoblù: «Qui è bellissimo, si sta bene. È un posto tranquillo dove si può trovare facilmente pace e serenità».
Figlio di mamma Latoya McCowan e di papà Dontay Thomas, Donte ha una sorellina di nome Kadin e insieme alla sua famiglia è nato e cresciuto nell’Illinois, precisamente a Calumet City, nota agli amati del cinema in quanto idealmente città natale dei fratelli Jake ed Elwood Blues, protagonisti del film “The Blues Brothers”.
Prima di sposare la palla a spicchi, Thomas si è cimentato in un altro sport, circostanza comune negli adolescenti americani: «La passione per il basket non è nata all’istante – racconta il
giocatore biancoblù -, sin da bambino praticavo il football, una disciplina oltremodo fisica e che apprezzavo molto».
Poi, la svolta che ha cambiato il suo futuro e la sua vita: «Dopo qualche anno, con il pallone da basket tra le mani ho incominciato a saperci fare ma, a essere onesto, prima dei 14 anni non è che me la cavassi granché bene».
Se Thomas aveva dubbi circa lo sport da intraprendere (grande classico per chi cresce nell’Illinois, tra basket, football, baseball e hockey su ghiaccio); di dubbi sugli idoli, invece, nessuno: la madre. «Mia mamma è una donna straordinaria, che ha sempre lavorato molto duramente. È di gran lunga il mio idolo». Quanto agli idoli sportivi, anche qui, Donte ha ben poche perplessità: «LeBron James, inarrivabile. Lo ammiro non soltanto per quello che riesce a fare in campo, come giocatore, ma anche per il suo personaggio e il suo carisma. Sa essere influente sulla comunità e sulla cultura. Impressionante».
Immancabile, infine, il capitolo sugli hobby: «A parte la pallacanestro, in realtà, non ho hobby particolari.
Può far sorridere ma amo comprare scarpe e guardare Netflix».