Un pedigree da giocatore di razza, un ragazzo che con la maglia della Dolomiti Energia Trentino vuole tornare ad esprimersi al massimo del potenziale: Johnathan Williams si è presentato ufficialmente alla stampa nella settimana che porta i bianconeri verso la trasferta di Milano. J3, questo il soprannome di Johnathan, ha parlato delle sue prime settimane a Trento e delle sue aspettative dopo essere stato presentato anche dalle parole del direttore sportivo aquilotto Rudy Gaddo.

RUDY GADDO (Direttore Sportivo DOLOMITI ENERGIA TRENTINO)“Johnathan è un giocatore di grande atletismo che abbiamo voluto fortemente aggiungere nel nostro roster: è un ragazzo con grandi mezzi e margini di miglioramento che dopo una stagione non facile pensiamo possa affermarsi e dare un contributo importante alla squadra su entrambi i lati del campo”.

JOHNATHAN WILLIAMS (Centro DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): “Sono un giocatore che cerca di fare tutto quello che serve alla squadra: sono un lungo atipico, più agile e con meno stazza della maggior parte dei miei pariruolo, quindi devo sfruttare la mia velocità per avere impatto intorno al ferro, soprattutto in difesa e a rimbalzo. Qui a Trento per ora sto vivendo settimane molto belle ed intense, in cui sto imparando tanto sulla mentalità e la cultura del club: come squadra siamo sempre più uniti e ci conosciamo sempre meglio, ma l’adattamento a un nuovo contesto non è un processo che riguarda solo il campo da gioco. Essere a Trento per me significa avere una grande opportunità per rilanciarmi, sono molto contento di giocare in competizioni prestigiose come la Serie A e l’EuroCup. Il campionato italiano, per quello che ho potuto vedere finora, è una lega in cui si gioca a ritmi alti e con tanti pick-and-roll, cercherò di adattarmi a questo stile di gioco il più velocemente possibile: ci sono dei piccoli cambiamenti da un Paese all’altro, ma alla fine è sempre pallacanestro. Le aree in cui migliorare? Per prima cosa direi i tiri liberi, sono un fondamentale che voglio rendere più efficace e solido. I miei due anni a Gonzaga? Una bellissima esperienza in cui ho davvero vissuto non in una squadra ma in una famiglia: eravamo e siamo tuttora molto uniti, abbiamo vinto tante partite e ho grandi ricordi. E’ un programma che fa crescere e maturare i giovani giocatori e sono contento di aver avuto l’opportunità di esserne parte. I miei anni ai Lakers di LeBron? Ogni ragazzo in qualsiasi parte del mondo se prende in mano un pallone da basket sogna di giocare nella NBA: oggi il mio cuore e il mio focus sono su Trento, ma un giorno mi piacerebbe tornare dall’altra parte dell’Oceano”.