In una lunga intervista concessa a Daniele Dallera sul “Corriere della Sera”, coach Marco Ramondino ha raccontato la grande ascesa del Derthona negli ultimi anni: “Tortona basket è cresciuta in fretta, ha scalato le categorie anno dopo anno, si può cadere nell’errore di pensare che sia quasi facile vivere a livelli così alti e competitivi. Occorre evitare il pericolo dell’assuefazione. Migliorare è difficile, lo sa bene la società, chi ci lavora e la guida, la proprietà, Beniamino Gavio, il presidente Marco Picchi, l’ad Ferencz Bartocci, lo staff tecnico, i miei collaboratori ed io, la squadra”.

Ramondino ha poi sottolineato le mosse necessarie per restare in alto: “Più che mosse parlerei di uomini. A partire dalla presenza di Gavio che combina due aspetti fondamentali: ambizione e low profile. È spinto dalla voglia di fare, crescere, progredire e ciò che sta costruendo, questa meravigliosa cittadella dello sport, è un segnale importante che dà una dimensione europea al club. A tutto questo associa il non apparire, il non ostentare. Poi ognuno di noi, Picchi, Bartocci, io stesso, i miei assistenti, portiamo qualcosa a livello professionale, umano, emotivo, insomma ci completiamo. La grande sfida è riproporre ogni anno una nostra identità e farla prevalere”.

Il coach ha poi descritto il suo stile di pallacanestro: “Il basket è un gioco di squadra. Il mio giocatore deve abbandonare il tornaconto personale, privilegiare l’interesse collettivo, Una squadra deve imparare a stare insieme, ma questo richiede tempo. Io sono diventato più tollerante con la nascita dei miei figli, accompagnando la loro crescita…”.

Domenica ci sarà l’altro big match contro l’EA7 Emporio Armani Milano domenica alle 18 (live su Eleven): “Sono squadre con una grande forza mentale oltre che tecnica, Non dobbiamo snaturarci, avere paura di essere se stessi, cambiare il nostro atteggiamento. Sapere che contro squadre simili bisogna produrre uno sforzo eccezionale a livello fisico e psicologico”.

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