Correre da una parte all’altra del campo senza sosta per tenere un ritmo elevato, vincere e conquistare il quinto posto al termine del girone di andata. Justin Reyes (Openjobmetis Varese) è stato votato come il miglior giocatore del quindicesimo turno superando i lituani Eimantas Bendzius (Banco di Sardegna Sassari) e Osvaldas Olisevicius (UNAHOTELS Reggio Emilia).
Il ritorno all’agonismo dopo un infortunio che ti ha tenuto lontano dal parquet per quasi due mesi non è mai semplice. Ti senti arrugginito, stanco anche se hai corso meno dei tuoi compagni e d’improvviso ti accorgi di essere indietro con il recupero della tua migliore forma fisica. Se il ritmo di gioco imposto dal tuo coach è un run-and-gun in cui devi costantemente fare la tua parte sulle due metà campo, dopo pochi minuti potresti sentire pesantezza alle gambe e aver bisogno di sederti in panchina. Prendete queste sensazioni, appallottolatele e buttatele nel cestino, perché Justin Reyes era fresco e desideroso di mostrare quanto gli fosse mancato poter proteggere il ferro e dominare a rimbalzo. Aggiungete al mix la possibilità di stracciare la retina non importa da quale distanza e contro quale avversario davanti, l’obiettivo principale era trovare i primi punti il più presto possibile aiutando la squadra a trionfare. La partita del numero 12 dell’Openjobmetis Varese è stata un dominio su tutti i fronti senza lasciare diritto di replica ai partenopei: 19 punti arrivati con un 4/8 da due, un 2/2 da tre e un 5/7 dalla lunetta, questi sono stati segnati sfruttando i 5 falli commessi dalla difesa della GeVi per provare a fermarlo; tuttavia, non solo un clinic offensivo per gli occhi degli spettatori seduti al Palasport Lino Oldrini, ma anche una gabbia difensiva costituita dai 9 rimbalzi catturati (di cui ben 4 offensivi) e dal singolo recupero effettuato. Infine i 2 assist serviti ai compagni gli hanno permesso di accumulare un 28 alla voce valutazione, ovvero la sua miglior prestazione in carriera con la divisa biancorossa e di gran lunga il modo più roboante per tornare da un infortunio.
L’idea proposta da coach Matt Brase sta funzionando grazie alle diverse caratteristiche dei giocatori che compongono il roster di Varese, perciò è normale l’entusiasmo sia alle stelle ed infatti anche i tifosi stanno aiutando la squadra ogni weekend a rendere al meglio soprattutto dal punto di vista mentale. Prima per punti segnati in campionato, cinque gare con almeno 100 punti segnati (contro la GeVi Napoli è arrivata la seconda consecutiva) e un quinto posto con record 9-6 che ha permesso loro di strappare un biglietto per la prossima Frecciarossa Final Eight, competizione a cui non partecipavano da quattro anni – ultima volta a Firenze nel 2019 da quinta classificata – e che proveranno ad onorare nel migliore dei modi. Proprio per il tipo di gioco veloce basato sull’efficienza di chi viene schierato sul parquet, non è semplice immergersi alla perfezione negli schemi se si è rimasti fuori così a lungo; ciò nonostante, Reyes ha svolto il ruolo di sesto uomo con estrema efficacia prendendosi il giusto numero di tiri ma soprattutto migliorando le spaziature della second unit, permettendo ai compagni di trovare importanti break utili a chiudere anzitempo le ostilità. L’intesa con un ispirato Colbey Ross è stata senz’altro d’aiuto a coach Brase per provare nuove soluzioni, privando di ogni riferimento la difesa partenopea che non è stata in grado di arginare né i tagli e i posizionamenti del numero 12 varesino né tantomeno di capire le linee di passaggio sfruttate dal playmaker in maglia numero 4. Infine la dimensione da ala grande/centro del classe 1995 ha lasciato spazio a diversi quintetti: poter giocare con due lunghi come Reyes e Caruso non ha reso l’area troppo trafficata e ha comunque permesso a Varese di sfruttare la velocità dei suoi esterni in transizione.
Siamo di fronte allo stesso Justin Reyes della passata stagione, ma con idee nuove da fargli sviluppare sul parquet. Il nativo di Heverhill giocava principalmente per essere una soluzione da sfruttare nel pitturato avversario, là dove poteva raccogliere rimbalzi offensivi e concedere un buon numero di seconde chance alla squadra ma limitando alcuni dei suoi pregi palla in mano; in difesa il suo compito era di presidiare l’area e usare la sua mobilità per dividersi tra una difesa perimetrale e una interna, così che potesse essere una minaccia per i tiratori avversari e per i lunghi nella lotta a rimbalzo. Oggi le caratteristiche non cambiano, ma i ritmi alti ed un minutaggio elevato in uscita dalla panchina permettono al numero 12 di utilizzare la propria pallacanestro in maniera differente: un maggior numero di conclusioni dalla media (5.7 invece di 4.8) convertite con un 60% che poco si discosta dal 65.8% della stagione 2021/2022; quasi il doppio dei tentativi da oltre l’arco (2.4 contro gli 1.3 dello scorso anno), dove al gioco in pick and pop si alterna un tiro costruito dal palleggio o servito sullo scarico (convertito con il 41.2% rispetto al 40% della passata stagione); successivamente un maggior numero di possessi in post e la pericolosità nei taglia fuori gli permettono di guadagnare parecchi viaggi in lunetta (3.3 contro gli 1.6 del 2021/2022), anche questi trasformati con successo il 73.9% delle volte (lo scorso anno era il 72%). La questione taglia fuori ed un maggior numero di possessi e conclusioni tentati dalla squadra lo stanno portando ad alzare l’asticella riguardo i rimbalzi offensivi: dei 5.9 catturati in totale, quasi la metà (2.7) li prende nella metà campo avversaria dominando pressoché ogni pitturato in cui trova spazio; anche se il numero basso di partite disputate in stagione non ci permette una valutazione completa, Justin Reyes sarebbe il terzo miglior rimbalzista offensivo della nostra Serie A UnipolSai.
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