Intervistato da Gianluca Buonocore su “la Città – Quotidiano di Salerno e Provincia”, coach Sacripanti ha raccontato di com’è arrivato sulla panchina della Givova Scafati e di cosa è cambiato dopo le dimissioni di coach Caja: “All’inizio si era finalizzato, un po’ forse per una mezza incomprensione. Non ho chiuso altre trattative durante l’anno. Poi all’ennesima chiamata del patron Longobardi, ero in America nel Canyon, ho deciso di tornare. Ci tenevo ad aiutare Nello a raggiungere la salvezza, fa situazione non era facilissima, perché il calendario era veramente molto complesso. Ma siamo riusciti nell’impresa vincendo 5 partite su 11. Delle 6 perse, tolte Milano e Varese, le altre sono avvenute per un tiro o un episodio. L’avventura è stata anche tribolata dal punto di vista fisico se si pensano agli infortuni dei vari Pinkins, Stone, Okoye e Rossato”.
La stagione ha avuto alti e bassi e parecchi momenti difficili: “Ci siamo trovati più volte con le spalle al muro. Se avessimo perso con Brindisi saremmo stati ultimi della classifica. Poi abbiamo avuto quell’illusione della partita vinta a Verona, dov’eravamo salvi. Ma la restituzione dei punti a Varese ha ricambiato le carte in tavola”.
Sacripanti ha poi parlato della grande rimonta di domenica scorsa contro Brescia: “L’immagine che più mi ha colpito è stata la fine della corsa di David (Logan, ndr), con questo salto ad abbracciare un Thompson impazzito. Un’immagine emblematica, soprattutto se penso che quando ero arrivato Trevor mi sembrava avulso a qualsiasi risultato della squadra. Ho raggiunto il mio scopo sia per la salvezza, sia per aver dato loro un ruolo da protagonisti”.
Longobardi ha già dichiarato che ripartirà da Sacripanti, ma quando si inizierà a parlare del futuro roster? “Avere proprietari con questa grande voglia di fare pallacanestro, in una realtà dove non è il primo sport, è stupendo. Al più presto scenderò per discutere di futura. Abbiamo staccato un po’ la spina senza pensare a quello che sarà”.
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