Una di quelle partite che difficilmente si dimenticano, sia da una parte che dall’altra, una di quelle partite che ogni giocatore vorrebbe giocare e vincere, una partita che alla fine valeva più di due punti: è questa l’atmosfera che ha vissuto il pubblico di Milano dopo la vittoria dell’Urania contro la Fortitudo Agrigento per 127-121 dopo il secondo tempo supplementare. Un risultato degno di una gran partita di NBA, un risultato che raramente si vede nella pallacanestro italiana e le due squadre non si sono risparmiate dall’inizio alla fine.
La Fortitudo Agrigento parte subito forte con infiltrazioni in tutta la difesa avversaria, coach Villa cerca di dare la carica ai suoi giocatori ma la squadra di coach Cagnardi non sbaglia un colpo e dimostra di avere un giropalla ed una gestione del campo degna delle prime posizioni in campionato, il divario aumenta fino a 14 punti prima di una brutta palla persa e tre contropiedi che riportano Milano sul -7. Il primo parziale si chiuderà sul +11 per la Fortitudo Agrigento e questo culla un pò i siciliani. Milano rialza la testa grazie ad una prestazione superlativa di Amato al quale risponde un Lorenzo Ambrosin in formato gigante, a fine partita i punti segnati da entrambi saranno rispettivamente 41 e 37. Netta parità a metà partita, a dimostrazione del fatto che entrambe sono a pari punti in classifica ma nel terzo parziale la partita prende una svolta. Milano supera Agrigento che, con fatica, cerca di non perdere il treno per la vittoria, ma un fallo antisportivo di Montano riscalda il match e le due squadra iniziano ad innervosirsi non poco, Montano viene espulso ed Agrigento riesce a riportarsi in avanti ma nel momento decisivo sbaglia più volte il colpo del ko e Milano non perdona. Nonostante le espulsioni di Potts ed Ebeling la squadra di Cagnardi non riesce a dominare il match e con grande cuore Milano la fa sua prima del pareggio da tre punti di Alessandro Grande, prendendosi la squadra sulle spalle ancora una volta e tirando da posizioni improbabili, chiuderà il match con 22 punti.
Finisce 93-93 e si va ai supplementari, la Fortitudo perde per eccesso di falli Francis, Chiarastella, Costi e Negri ed il piccolo vantaggio viene neutralizzato. Il match diventa più psicologico che fisico e la Fortitudo Agrigento paga a caro prezzo i troppi errori nei tiri liberi con un 65% di realizzazione su 52 tiri totali. Troppi. Un dato che nel finale non permette l’aggancio e le triple di Amato stendono definitivamente Agrigento che, nonostante l’ennesima tripla di Grande, non riesce più a recuperare il match e Milano vince uno storico match per 127-121.
Adesso si torna al Palamoncada per il match contro la capolista Cantù ed Agrigento, dopo le due sconfitte esterne, inizia a perdere terreno dalle prime in classifica.
Urania Milano – Moncada Energy Agrigento 126-121 (22-31, 27-18, 21-18, 23-26, 33-28)
Urania Milano: Andrea Amato 41 (5/7, 6/12), Kyndahl Hill 27 (10/13, 0/0), Rei Pullazi 24 (4/6, 3/5), Michele Ebeling 12 (3/4, 2/3), Giddy Potts 10 (0/0, 2/5), Giorgio Piunti 5 (0/0, 0/0), Matteo Montano 5 (0/2, 1/4), Andrea Marra 2 (1/2, 0/1), Simone Valsecchi 0 (0/0, 0/0), Edoardo Pezzola 0 (0/0, 0/0), Romeo Ciccarelli 0 (0/0, 0/0), Matteo Cavallero 0 (0/0, 0/0)
Tiri liberi: 38 / 45 – Rimbalzi: 37 5 + 32 (Rei Pullazi 15) – Assist: 26 (Andrea Amato 15)
Moncada Energy Agrigento: Lorenzo Ambrosin 37 (4/11, 4/8), Alessandro Grande 22 (4/6, 4/13), Kevin Marfo 19 (6/11, 0/0), Daeshon Francis 19 (8/12, 0/4), Albano Chiarastella 10 (0/1, 3/4), Cosimo Costi 8 (0/3, 2/6), Matteo Negri 6 (2/5, 0/5), Mait Peterson 0 (0/0, 0/0), Nicolas Mayer 0 (0/0, 0/0), Luca Bellavia 0 (0/0, 0/0)
Tiri liberi: 34 / 52 – Rimbalzi: 48 25 + 23 (Kevin Marfo 15) – Assist: 26 (Alessandro Grande 8)