Basket giovanile a rischio. Effetto collaterale dei problemi economici che si sono susseguiti dopo la sospensione dei campionati.
Potremmo immaginarlo come un cane che si morde la coda, che non trova pace e neanche un’uscita. Sembra essere questa l’immagine attuale della pallacanestro italiana e del basket giovanile. Soprattutto nelle piccole realtà e nelle squadre delle regioni più colpite dal Covid19, la prossima stagione di pallacanestro è un grande punto interrogativo.
L’ipotesi di ripartenza solo con il vaccino in circolazione è ormai fuori tendenza. Ora sono federazione e comitati regionali a dispensare misure anti contagio. Tutte valide, ma poco compatibili con il gioco del basket. Come se non bastasse ci si mettono anche i genitori, ma chi ha davvero ragione?
Sui social è partita la polemica dei genitori. É stata pagata la rata per gli allenamenti, che però non ci sono stati. Da un puro punto di vista giuridico, si tratta di “impossibilità sopravvenuta del debitore”, in questo caso le società che non hanno potuto dispensare il proprio servizio. Il lato umano tuttavia non può non guardare i sacrifici che le famiglie affrontano per far giocare i propri ragazzi e impartirgli la cultura dello sport.
Questo elemento si aggiunge al rompicapo che la Federazione dovrà risolvere. I genitori chiedono che non venga pagata la rata del prossimo anno, il che si riversa nella richiesta da parte delle società di non pagare la quota d’iscrizione ai campionati. Senza un’intervento forte da parte delle autorità il basket giovanile è esposto ad un serio rischio.
Ma da chi può arrivare un aiuto concreto? Solo dal governo, passando per il Coni. Il basket giovanile, così come tutto lo sport per bambini e ragazzi, è troppo importante per la società. Non tutte le famiglie, impoverite dalla crisi economica che il virus ha portato con sé, saranno in grado di sostenere le spese richieste. Non solo, anche le società dovranno rispondere a problemi di natura economica. A maggior ragione questo avverrà se le incognite continueranno ad esserci.
In caso di sospensione dei campionati la quota sarebbe restituita? Se si, con quale garanzia un allenatore accetterebbe di allenare una determinata squadra? Tutti siamo in attesa di risposte che potrebbero anche non arrivare.