Marco Andreazza, coach del Basket Golfo Piombino, ai microfoni della Lega Nazionale Pallacanestro:
– Coach Marco Andreazza, un grande momento per la sua Piombino: sette vittorie consecutive e primato nel girone A con +4 sulle seconde. Quali sono le principali motivazioni tecniche alla base di questa crescita?
– Vero, sette vittorie consecutive, ma soprattutto mi piace ricordare che ne abbiamo vinte 17 delle ultime 19. C’è una grande continuità di rendimento alla base di questa crescita. Il fatto di riconfermare il nucleo storico dall’anno scorso ha pagato: nei diversi momenti della stagione abbiamo avuto grande coesione dal punto di vista tecnico e umano. Siamo cresciuti molto durante l’anno, dopo il 3-3 iniziale, con le prime tre trasferte tutte perse: di lì abbiamo perso appena 2 partite nel resto del campionato. C’è un grande spirito durante la settimana che viene poi espresso anche sul campo. A dimostrazione di ciò, il fatto di aver vinto tante gare nel finale. Devo dire infine che tanti dei miei giocatori si sono ritrovati quest’anno nel pieno della maturità.
– Che tipo di squadra è Piombino? Possiamo dire che il vostro primato si fonda sulla forza del gruppo?
– Non abbiamo la punta di diamante, non c’è il giocatore da 25 punti a partita. Pur mantenendo un’importante costanza di rendimento, abbiamo avuto protagonisti diversi nelle varie sfide, anche a seconda dell’avversario di turno. Bello il fatto che i nostri giovani sono migliorati durante l’anno, grazie anche al grande lavoro con lo staff, e che tutto il roster si è messo a disposizione, senza personalismi.
– Che ambiente c’è a Piombino? Lei è al secondo anno sulla panchina gialloblù, che obiettivi vi eravate posti quest’anno, dopo i quarti di finale della stagione scorsa?
– Questa è una Società solida, fatta di persone serie, rispettose del lavoro altrui. Quando sono arrivato l’anno scorso l’ambiente era un po’ da ricostruire, si veniva da una mancata qualificazione ai playoff. Abbiamo dovuto lavorare molto su questo e si è cercato di puntare su giocatori che incarnassero lo spirito di sacrificio di Piombino, intesa anche come comunità. Questa è una città con voglia e tradizione di basket, ogni anno si organizza la Coppa Carnevale, importante torneo giovanile. Ora sentiamo affetto e interesse, il palasport è gremito e c’è grande curiosità intorno a noi.
– Domenica per voi arriva Omegna, che poche settimane fa ha rivinto la Coppa Italia di B ed è tra le squadre al vertice del girone. Come vi approcciate a questa gara?
– È una partita particolare per me, sono stato tre anni lì, ho molti amici e ci tengo molto a fare bene. Si tratta di una sfida semplice e complicata al tempo stesso, la dobbiamo vivere con serenità, poiché sappiamo che, mal che vada, saremo ancora primi da soli. Per contro, è una partita difficile perché affrontiamo la squadra più forte, che non è in testa probabilmente solo perché è stata falcidiata dagli infortuni. Ci approcciamo a questa sfida con ottimismo, sapendo che avremo un compito molto difficile; abbiamo bisogno di giocarcela con un trasporto emotivo importante. Cercheremo di ostacolarli, abbiamo bisogno di fare una gara gagliarda e volitiva, riconoscendo la qualità e i meriti degli avversari.
– Come vi avvicinate al finale di stagione e ai playoff, con quali obiettivi?
– Innanzitutto cercheremo di recuperare il nostro play Alessandro Procacci, importante per noi e cresciuto molto dal punto di vista tecnico e mentale durante la stagione: sappiamo però che sarà disponibile solo tra un paio di partite. È importante la posizione in classifica, ma soprattutto come arriverà la squadra all’inizio dei playoff. Punteremo a superare almeno il primo turno, cercando poi di giocarcela con la serenità e la consapevolezza di aver disputato un’ottima stagione.
– Quali sono le squadre che l’hanno maggiormente colpita nel vostro girone e in generale nel vostro campionato? Quali potranno dire la loro nei playoff?
– Nel nostro girone credo che Omegna e Firenze possano ambire alla promozione, anche se ci sono realtà come San Miniato e Sangiorgese che stanno disputando un grande torneo. Nel girone B Cesena, Orzinuovi, Urania Milano sono squadre davvero ambiziose, nel girone C San Severo è sicuramente pericolosa, come dimostra la classifica. Infine il girone D, con Caserta e Napoli che possono arrivare in fondo.
– Ultima domanda sulla Serie B in generale: che tipo di torneo è? Lo ritiene formativo per Società, coach, giocatori?
– È un campionato di alto livello, con tante piazze importanti e allenatori di esperienza; vi è un mix di giocatori esperti e giovani, che nel futuro potranno costruire la propria carriera in Serie A2. Ovviamente ci sono differenze tra girone e girone, ma penso che le Società in lotta per il salto di categoria possano fare bene anche in A2.
Fonte: Ufficio Stampa Lega Nazionale Pallacanestro