Il Basket Mestre è una realtà storica della pallacanestro italiana e veneta in particolare, che lo scorso anno ha festeggiato la promozione dalla Serie C Gold alla Serie B. E, nonostante lo status di ‘neopromossa’, la compagine biancorossa ha vissuto un campionato molto positivo nel Girone B, trovandosi all’8° posto al momento dell’interruzione del campionato, con un record di 11 vittorie ed altrettante sconfitte (7 delle quali, però, maturate nelle prime 7 giornate). La redazione di Tuttobasket.net ha avuto il piacere di scambiare qualche domanda con il timoniere del Basket Mestre, coach Fabio Volpato.
Come state affrontando questo lungo periodo di quarantena?
“Qui in Veneto abbiamo passato momenti molto difficili ma, sulla scorta degli ultimi risultati positivi, si sta provando a ripartire. Dal punto di vista personale, sono ovviamente a casa e ho tutto fermo da due mesi in pratica; diciamo che l’ho vissuta come ogni normale cittadino che ha vissuto e sta vivendo questa situazione, questa pseudo guerra. Come squadra, tutto è cominciato un’ora e mezza prima della partenza della trasferta verso Soresina (22 febbraio, ndr), con il bus in arrivo, quando ci hanno comunicato il divieto di partire. Ci allenammo in palestra e tornammo a casa.
La settimana successiva l’abbiam vissuta sul chi va là, non sapendo cosa sarebbe successo in vista della partita seguente con la Sangiorgese; quindi, una volta esploso il problema del virus, ci siamo fermati, vivendo step by step l’evoluzione della situazione. Nel primo periodo, quando con delle accortezze si poteva ancora far qualcosa, abbiamo continuato a lavorare. Una volta introdotte le restrizioni, ognuno ha lavorato da casa attrezzandosi, allenandosi con i pesi oppure correndo attorno al quartiere. Quando è arrivata la decisione di sospendere una volta per tutte i campionati abbiamo mollato un po’ la presa, anche se so che una buona parte dei miei giocatori sta continuando a tenersi in forma.
Noi abbiamo cercato innanzitutto di comunicare. Io, personalmente, l’ho fatto con dei video sulla nostra stagione, oltre che in occasione degli auguri di Pasqua, in generale per far sentire la nostra vicinanza ai ragazzi. Abbiamo poi effettuato delle video-chat, anche con un giornalista che andrà a coinvolgere prima la dirigenza poi una selezione dei giocatori con lo staff. In definitiva, abbiamo puntato ad avere con i nostri ragazzi un contatto se non quotidiano almeno costante nel tempo“.
Qual è la vostra opinione sulla decisione della Fip di sospendere definitivamente i campionati?
“Io mi permetto di dire che la salute vada posta dinanzi a qualsiasi altra cosa e, ad essere sincero, non ho le capacità per dire o sapere se ci fossero alternative. Perciò credo che la decisione, alla fine, sia stata la migliore possibile. Detto ciò, vanno fatte alcune riflessioni, come ad esempio quella sul momento nel quale è stato interrotto il campionato. Nel nostro girone (Girone B della Serie B, ndr) in quell’ultima giornata si disputarono quattro partite, mentre le altre vennero rinviate. A mio parere, in questo tipo di situazioni bisogna essere un po’ più decisi. Se sai che non farai disputare quattro partite, devi fermare anche le altre.
Per carità, è chiaro che una cosa è l’essere seduti sul divano e un’altra è dover prendere determinate decisioni ma, a mio modo di vedere, il tutto non è stato gestito bene. Ripeto, se sai che alcune partite verranno rinviate, e sai bene il perché, fai lo stesso anche con le altre. Sapendo di dover affrontare una pandemia, si sarebbe dovuto ragionare sul medio periodo, spiegando che, per tutelare la salute e la sicurezza di tutti, i campionati sarebbero stati sospesi per un mese e mezzo, giusto per fare un esempio, per poi riservarsi di decidere in base all’evoluzione della situazione, come poi è successo“.
Il dibattito attuale del basket italiano vede, tra gli argomenti che vanno per la maggiore, la questione del ‘professionismo’ e il numero di stranieri nei roster delle nostre squadre.
“Sul primo punto, credo che la Serie A2 possa seguire il modello della Serie A, mentre la Serie B potrebbe avere delle situazioni particolari, regolamentate, che lo prevedano. Una sorta di modello differenziato in base alla solidità economica delle società, il che potrebbe permettere a determinate realtà, pur essendo in Serie B, di diventare professioniste. Collegandomi al secondo punto, la situazione che stiamo vivendo dovrebbe consentire di mettere mano ad una regola che non condivido affatto e che spiego.
In Serie D, Serie C Silver e Serie C Gold ha la possibilità di utilizzare due stranieri; in Serie B non ne puoi utilizzare, mentre in Serie A2 di nuovo ne puoi avere due. Penso sia davvero senza senso. A mio modo di vedere bisognerebbe riformare tutto nel senso di non consentire l’utilizzo di stranieri dalla C Gold a scendere, essendo campionati nei quali, secondo me, devono giocare gli italiani. In Serie B, invece, si potrebbe consentire l’utilizzo di un giocatore straniero. Collegandoci al discorso precedente, agendo in tal modo si consentirebbe alle compagini con la giusta solidità economica di poter ambire alla A2 con già una buona intelaiatura.
Allo stesso tempo, si permetterebbe a chi resta nel ‘dilettantismo’ di avere comunque uno straniero ed innalzare il livello. Ripeto, per me la C Gold (e anche la C Silver), essendo molto interessante sia come allenatori presenti che come giocatori, dovrebbe essere un campionato nel quale giocano gli italiani, andando a togliere i vari play balcanici, la guardia lituana o il centro argentino, che non hanno senso in quelle categorie. D’altronde, pur essendo vero che non tutte le squadre di C usino gli slot per gli stranieri, basta prenderle globalmente e moltiplicare per due per capire quanto spazio venga potenzialmente sottratto ai nostri giocatori. Se proprio deve essere riformato il numero di stranieri, agirei nel modo di cui sopra, prevedendone uno per la Serie B“.
Passiamo alla stagione vissuta da Mestre. Un’annata da neopromossi che, al momento dell’interruzione, vi vedeva occupare l’ultimo posto utile in ottica Playoff.
“Diciamo che il nostro campionato può essere suddiviso in tre fasi. La prima riguarda ovviamente la fase iniziale, con dei volti nuovi nella formazione e ragionando su vari aspetti, come l’approccio alla categoria e il budget diverso richiesto, cosa che ha spinto la società ad agire con oculatezza nella costruzione del roster. Abbiamo avuto un precampionato che, se da un lato ci ha fatto dire che la nostra curva di apprendimento sarebbe stata probabilmente un pò più lenta di quanto richiedesse il campionato, dall’altro eravamo comunque fiduciosi. Purtroppo, dopo soli 3′ del debutto (vs Pall. Olginate, il 29/09/2019, ndr) abbiamo patito l’infortunio di Mauro Pinton, probabilmente il giocatore più rappresentativo del nuovo corso, soprattutto come esperienza, perdendolo per circa quattro giornate.
Questo episodio ci ha fatto perdere l’abbrivio positivo che avevamo dal precampionato, incidendo sul rendimento di una squadra comunque giovane. Si notava che, pur giocando i ragazzi con grande intensità, mancasse qualcosa a livello di sicurezza nei propri mezzi, incappando in sette sconfitte consecutive. Analizzando le statistiche di quelle partite, da una parte veniva fuori il gioco discreto che riuscivamo a produrre, ma dall’altra i numeri erano l’emblema di uno stato d’animo diverso. Quindi, dal punto di vista societario, abbiamo scelto di mettere mano sulla struttura della squadra, intervenendo sul mercato e provando a capire quali potevano essere le occasioni adatte ai nostri obiettivi (metà novembre, ndr).
Cercavamo innanzitutto una guardia che potesse garantirci maggior consistenza in termini di punti, oltre ad un profilo di spessore ed esperienza per la categoria. Così sono arrivati Daniel Alexander Perez e Riccardo Castelli. Da qui è cominciata la seconda fase, nella quale la crescita della squadra ha cominciato a concretizzarsi, rompendo il ghiaccio contro Soresina; non sono mancate le sconfitte ovviamente, ma l’atteggiamento, la convinzione, erano cambiati. I difetti strutturali precedenti, dovuti all’inesperienza e alla mancanza di capacità nel gestire le situazioni topiche della partita, si sono man mano risolti.
Arriviamo quindi ad inizio 2020, ovvero la terza fase. Tutto il nostro lavoro stava diventando garanzia, comprensione, confidenza e, grazie a delle strisce positive, abbiamo cominciato a risalire la china. La partita chiave in termini di fiducia, secondo me, è stata quella vinta a Lecco (01/12/2019, ndr), squadra che ha fatto un gran campionato; altri risultati importanti sono arrivati nelle trasferte con Cremona ed Olginatese, oltre che nei derby con Vicenza e Padova, ribaltando molti confronti diretti. Non dimentichiamo la partita a Bernareggio con la capolista nella quale, pur non vincitori, la squadra ha sfoderato una grandissima prestazione. Tutto segno che eravamo in un momento di gran confidenza che, a mio parere, sarebbe continuato anche in seguito“.
Pur nell’incertezza generale che attanaglia purtroppo il basket italiano (e non solo), come vede il futuro del Basket Mestre?
“I problemi sono quelli comuni a tantissime altre realtà. Innanzitutto il capire come consolidare il lato economico, in modo da poter affrontare la Serie B; allo stesso tempo, la motivazione e l’ambizione di farlo. A mio modo di vedere, al netto delle difficoltà che avranno tutti, adeguando degli aspetti alla situazione che vivremo e programmando a dovere, riusciremo a trovare quella quadra, quel giusto compromesso che ci permetta di non perdere quanto fatto finora e, dall’altro lato, consenta al Basket Mestre di consolidarsi come realtà che ha acquisito la Serie B. Vedo la società molto sul pezzo per garantire tutto ciò.
Queste sono le problematiche delle società. Sotto un altro punto di vista, parlando del filone CONI-Fip-LNP, sono rimasto alquanto perplesso dalla mancanza di una manovra più consistente a salvaguardia delle società di A2 e Serie B. La Lega, a mio parere, avrebbe dovuto premere molto di più per ottenere qualche sussidio e dare maggior sicurezza alle stesse. Se è vero che questo terremoto ha colpito tutti e che ogni anno le società pagano tasse, NAS e quant’altro, questo è il momento per chiedere sovvenzioni, sgravi fiscali o per trovare formule in grado di aiutare le società stesse nella ripartenza e nella garanzia dei posti di lavoro.
Si può pensare ad un piano triennale, ad esempio, nel quale viene prevista una defiscalizzazione dei contributi degli sponsor, permettendo alle società di trovarne di nuovi o confermare gli accordi esistenti con più facilità; nello stesso lasso di tempo un blocco della tassazione, o quantomeno una sua dilazione. Ripeto, vanno trovate formule che aiutino le società nell’affrontare le varie problematiche, impedendogli di trovarsi nella più totale incertezza riguardo il prossimo futuro. Da allenatore, mi aspettavo e mi aspetto una manovra di questo tipo“.
Ringraziamo per la grande disponibilità coach Fabio Volpato e la società Basket Mestre.