Il Basket Roma è una realtà della Capitale, che opera tanto e bene a livello giovanile. Domenica scorsa, vincendo 69-72 sul parquet del St.Charles Roma in Gara-2 dei Playout, la squadra militante nella Serie C Silver Lazio ha conquistato la permanenza nella categoria. Un risultato rimarchevole dato che, come vedremo di lì a poco, il roster è davvero molto giovane. La redazione di Tuttobasket.net ha avuto il piacere di sentire l’head coach del Basket Roma, Luciano Bongiorno.

Coach, partiamo subito dalla vostra ultima ‘fatica’, Gara-2 contro il St.Charles. Che partita è stata?

Forse è stata la partita più strana dell’anno dal punto di vista del suo sviluppo. Come in Gara-1 siamo partiti bene, sciolti e tranquilli, con un buon parziale a favore. Poi, dopo 4′ circa, s’è inceppato qualcosa; abbiamo praticamente smesso di difendere, subendo un contro-parziale pesantissimo. I nostri avversari ci hanno rifilato 48 punti in qualcosa come 15′. Sotto un altro punto di vista, è stato un bene subire questo break nei primi due quarti poiché, una volta tornati negli spogliatoi, abbiamo preso consapevolezza che la partita potevamo ancora vincerla.

C’era da tener in considerazione il fattore ambientale, avendo trovato una palestra piena di ragazzi, che tifavano la squadra di casa. E forse questo l’abbiamo un pò pagato, essendo del resto molto giovani. Però devo dire che, nel secondo tempo, siamo stati bravi a rimettere a posto le cose in attacco, mentre in difesa ci abbiamo messo la giusta cattiveria agonistica, soprattutto a rimbalzo e nel non concedere facili linee di penetrazione; ci siamo così ritrovati sul +9 a 2′ dalla fine. Nel finale, un paio di contropiedi scaturiti da una stoppata subita e da una palla persa hanno rimesso in discussione la partita, tanto che eravamo pari a 28″ dal termine. A 16″ dalla fine, però, abbiamo trovato un buon canestro da tre punti e l’abbiamo così portata a casa“.

Che cosa significa per voi questa salvezza?

Per noi vuol dire che quei ragazzi che si sono approcciati per la prima volta ad un campionato senior quest’anno, e parlo soprattutto dei due ragazzi del 2002, dei tre del 2001 e del ragazzo del 2003, sono stati quelli che hanno dimostrato di poterci stare in questa categoria e vi faranno un’altra stagione, anche per capire i loro margini di miglioramento e se potranno ambire a qualcosa di più. Noi per ora ci teniamo questo, anche perché abbiamo in programma di aprire le porte ai 2004, provando a dare continuità al percorso che abbiamo intrapreso come Basket Roma tre anni fa e che ci sta portando grandi soddisfazioni, soprattutto a livello giovanile“.

Un’età media del roster così bassa avrà di certo influito su una regular season alquanto complicata.

Il nostro cammino in regular season è stato anche dovuto al fatto che i nostri senior, eccetto Lorenzi, che ha un vissuto importante a livello di giovanili e con un paio di campionati senior alle spalle, parlando comunque di un 98′, nessuno ha mai giocato a questo livello. Compresi i nostri ’95, che sono gli ‘anziani’ del nostro gruppo. La nostra ambizione è quella di disputare questi campionati con i giovanissimi, considerando importante il fatto che loro, oltre ai campionati giovanili, abbiano dei riscontri anche nella ‘pallacanestro dei grandi’“.

Un vero e proprio progetto, dunque, da portare avanti negli anni.

E’ la nostra anima, fondamentalmente. Ad Agosto, quando abbiamo iniziato a preparare la regular season, ero convinto che se avessimo vinto un paio di partite avremmo ottenuto un grandissimo risultato. Partite eventualmente vinte di rabbia, di grinta. E invece, quelle che abbiamo portato a casa le abbiamo ottenute per qualità di gioco. Non nascondo che l’avvio è stato difficile, perdendo le prime due partite una di 25 e l’altra di 40. Lavorando in palestra, però, i ragazzi sono stati sempre molto concentrati e, aspetto più importante. facendo gruppo tra loro. Nessuna prima donna e i più ‘grandi’ hanno accettato i minuti che gli hanno rubato i ‘piccoli’.

Abbiamo chiuso la regular season con i ‘piccoli’ a circa 30′ di media, entrando anche in quintetto nei Playout. E questa penso sia la soddisfazione più grande che potessimo ottenere, sia come società che nell’ottica dei ragazzi più grandi che hanno aiutato i più giovani. Chi sta qui sa cosa vogliamo fare, e ci sta perché è un cammino che regala soddisfazioni. Il basket è uno sport di squadra; le ambizioni individuali hanno ragion d’essere, ovviamente, ma sempre contestualizzate in un discorso di scelte della società e di squadra. Noi siamo molto chiari su questo aspetto, e chi ambisce ad altro è libero di andare in qualsiasi altra squadra.

I ragazzi più grandi che abbiamo sono i 2002, ai quali abbiamo aggregato senior ed allenatori che collaborano con noi. Il livello che abbiamo attualmente, che siamo in grado di offrire ai ragazzi interessanti che sono con noi, è un livello ottimo, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista delle strutture. Non è quindi questa la fase nella quale loro ci chiedono di andare altrove, visto che quello di cui hanno bisogno lo trovano da noi. Abbiamo tutto quello che serve per farli crescere, compresi campionati e numeri adeguati; e ciò sia a livello maschile che femminile. Abbiamo vinto il campionato U16 regionale, con un roster composto in gran parte di ragazze 2004 e 2005, quindi sotto età. Un discorso, il nostro, che punta alla qualità che vogliamo fornire ai nostri atleti, più che ai risultati“.

Chiudiamo con i Playoff della C Silver Lazio. Il primo turno è andato agli archivi. Qual’è il vostro giudizio su quanto visto finora?

Ad essere sinceri, la sconfitta di Albano nella prima partita mi aveva sorpreso molto, anche se l’Anagni è una squadra ben allenata e forte; per cui ci può stare il colpaccio in Gara-1, per quanto i Playoff siano diversi, soprattutto mentalmente. Detto ciò, di certo Albano e Carver Cinecittà sono le squadre più attrezzate del nostro girone (Girone B, ndr), mentre conosco poco il Vigna Pia, che ha fatto bene contro la Sam Bk. Quindi, reputo la Lazio una mina vagante, soprattutto ora che ha concluso i vari campionati giovanili; sono anche loro una squadra molto giovane e, probabilmente, sarà un cliente molto scomodo per tutti. Non ci sono squadre con un fattore campo, eccetto forse il Carver che, essendo situata in un bel quartiere di Roma e lavorando molto con i giovani, ha un ottimo seguito. Perciò penso rientrino tra le candidate principali alla promozione. Tornando all’Albano, loro potranno far valere la loro grande esperienza, grazie alla quale rientrano di diritto tra le favorite. In conclusione, a mio parere, vedo una situazione ancora molto aperta“.

Ringraziamo il Basket Roma e coach Luciano Bongiorno per la collaborazione.