L’Antwerp, sconfitto venerdì sera in semifinale dall’Iberostar Tenerife, si consola aggiudicandosi per 58-72 la finalina per il 3°/4° posto delle Final Four 2019 di Basketball Champions League, contro i tedeschi del Brose Bamberg. Jae’Sean Tate (16+7 rimbalzi) è il top-scorer per i belgi; Louis Olinde (12+6 rimbalzi), invece, è stato il migliore nella squadra di coach Perego.
LA PARTITA – L’avvio è di marca tedesca. Una tripla di Zisis vale il +9 a 4’25” dalla prima pausa (15-6). Ma i ragazzi di coach Moors si scuotono già nel finale di primo quarto, chiuso con un passivo soltanto di -3 (18-15). Il secondo quarto si apre subito con uno 0-7 per l’Antwerp (18-22 a 8’20” dalla pausa lunga), al quale i tedeschi replicano con un contro-break di 6-0 (24-22 e 6’12” sul cronometro). Poi, però, i locali allungano decisi, piazzando un 2-15 nel resto della frazione. Al 20′, l’Antwerp comanda 26-37.
Nel terzo periodo, il Bamberg prova ad imbastire una reazione, accorciando fino al -5 con un layup di Rubit (32-37 con 7’11” da giocare); la replica dei belgi non si fa attendere, e conduce al +13, firmato Sanders da tre (32-45 a 4’13” dalla sirena). Sempre Sanders, e ancora da oltre l’arco, timbra il nuovo massimo vantaggio, +15 (34-49 a 3’25” dall’ultimo intervallo). Nel finale di periodo, il Bamberg riesce a tornare sotto la doppia cifra di vantaggio, chiudendo al 30′ sotto 42-51. L’Antwerp fa calare il sipario sulla sfida nel quarto conclusivo. La squadra di coach Moors vanifica ogni sforzo degli avversari, volando via fino al +20 con Tate (47-67 a 5’14” dal termine). Il finale è in controllo per i padroni di casa, che la chiudono sul 58-72.
BROSE BAMBERG (GER) – TELENET ANTWERP (BEL) 58-72
Progressivi: 18-15; 26-37; 42-51; 58-72
BROSE BAMBERG: Alexander, Hickman 4, Kulboka 10, Olinde 12, Stuckey 4, Harris 6, Heckmann, Rice 8, Rubit 8 (10 rimbalzi), Schimdt, Taylor, Zisis 6. All. Federico Perego.
TELENET ANTWERP: Akyazili 8, Donkor, Moses 7, Thompson, Vanwijn 9, Bako 5, Dudzinski 4, Kalinoski 10, Lee 3, Sanders 8, Schoepen 2, Tate 16.
