La scorsa stagione è stata un grande successo per l’Happy Casa Brindisi che, per la prima volta nella sua storia, è entrata a far parte delle quattro squadre più forti d’Italia.
Nell’estate 2020, l’ormai consolidato duo formato da Simone Giofré in scrivania e Frank Vitucci in panchina era riuscito a creare un gruppo con un mix perfetto di impatto immediato e prospettiva futura, come in realtà da più anni la compagine pugliese riesce ad allestire.
Con Darius Thompson barometro del gioco e prolungamento delle idee del coach in campo, D’Angelo Harrison bocca da fuoco principale del roster, Raphael Gaspardo ad allargare il campo per concedere linee di penetrazione agli stessi Thompson, Harrison e Derek Willis, l’annata di Brindisi ha coniugato risultati sportivi a uno spettacolo che non è mai mancato.
Quest’estate i quattro pilastri brindisini hanno lasciato la Puglia ponendo la dirigenza davanti all’ennesima grande sfida, per la quale ancora una volta non si è fatta trovare impreparata. Oltre ai grandi ritorni di Wes Clark e Jeremy Chappell, gli innesti principali della scorsa finestra di mercato sono stati: Josh Perkins, prodotto di Gonzaga University e ball handler frizzante che in questo avvio di stagione ha già dimostrato di poter prendere in mano la squadra nei momenti più importanti, e Nathan Adrian, che dopo un paio d’anni tra Francia e Ucraina si vuole imporre ai piani alti della pallacanestro continentale.
Adrian è un’ala grande coriacea (206 centimetri per 107 kilogrammi), che fa della forza fisica la sua arma principale per creare opportunità su entrambe le metà campo. Il nativo di Morgantown presenta caratteristiche fisiche e atletiche molto diverse rispetto al predecessore Derek Willis, occupando il cruciale spot di “4” nello scacchiere di Vitucci.
Rispetto al classe ‘95 prodotto della Kentucky University, Nathan è un giocatore meno atletico, ma con una capacità di sostare in area in modo imponente. Nelle prime partite stagionali, Vitucci lo ha impiegato spesso anche da centro undersized, al fianco di elementi versatili come Gaspardo e Udom. Quando è stato impiegato in questa posizione, il prodotto di West Virginia ha sempre risposto presente, dimostrando di reggere molto bene fisicamente l’urto contro i centri avversari a dispetto dei centimetri in meno.
Adrian è il classico giocatore di sistema: dotato di un’intelligenza cestistica molto alta, si sa adattare a diverse situazioni, legge e “aspetta” i momenti della gara, e spesso e volentieri compie la scelta corretta. È poco appariscente e non propenso alle giocate rischiose e fini a sé stesse, ma guardandolo attentamente durante la partita si può notare la qualità delle sue letture e l’estrema razionalità con cui in ogni giocata non sembra mai cedere alla decisione più istintiva. In questo avvio di stagione viaggia a un totale di 11 assist con sole 4 palle perse in tre partite: in questi dati si racchiudono tutte le doti di questa ala grande decisamente atipica.
Con le sue movenze lente, ma eleganti, Nathan appare sempre in controllo del proprio corpo. La sua intelligenza tattica si abbina alla perfezione con il gioco reattivo e dinamico intrapreso dalla squadra con in cabina di regia Josh Perkins e Alessandro Zanelli. I vantaggi creati dalle situazioni di pick and roll (spesso giocati da Josh e Nick Perkins) vengono mantenuti e capitalizzati con efficienza e costanza, grazie alla duttilità ed alla doppia dimensione (perimetrale e d’area) che sa offrire il prodotto della Virginia, capace di muoversi in maniera precisa a seconda del comportamento dell’altro lungo.
Inoltre, è molto attivo lontano dalla palla: i tagli costanti off-the-ball lo rendono infatti una minaccia che non può essere mai sottovalutata, abile nel tenere costantemente la difesa avversaria impegnata ad attendere i suoi movimenti.
Durante la sua carriera, Nathan non è mai stato abbastanza costante nelle percentuali dall’arco dei 3 punti (picchi del 40% in una stagione di College basketball, e lows del 20% in un’altra) e in queste prime quattro partite ufficiali stagionali le difficoltà in questo fondamentale sono state notevoli (2/15). Adrian si prende la maggior parte delle sue conclusioni dal perimetro in situazioni di spot up, dopo essersi aperto a seguito di un blocco, oppure dopo aver sfruttato un sovrannumero generato dal già citato pick and roll. Con la sua duttilità, può portare in post basso i pari ruolo che non possono resistere al suo impatto fisico straripante.
Una situazione che non esplora spesso è l’uno contro uno dal palleggio, fronte a canestro. Adrian non ha un primo passo veloce e quindi, in questi casi, deve fare affidamento alla sua dirompenza e al suo tocco di polpastrelli nei pressi del ferro, motivo per cui predilige sempre conclusioni in avvicinamento.
Difensivamente è un giocatore polivalente, affidabile sia internamente che sul perimetro. Nonostante la stazza, muove i piedi con rapidità e le mani sono ben coordinate ai movimenti laterali. Quando coinvolto nel pitturato può reggere i contatti contro lunghi più alti di lui, ed è un ottimo difensore in situazioni di single coverage in post basso. Quando coinvolto in situazioni d’area, può fronteggiare lunghi anche più alti di lui grazie a una verticalità non esplosiva, ma dotata di grande timing e aiutata da un baricentro sempre basso e stabile.
Adrian è un rimbalzista a tutto tondo: sa essere incisivo sotto entrambi i tabelloni e creando diversi grattacapi ai difensori che spesso non riescono a far fronte alla sua combinazione di intelligenza cestistica e mezzi fisici, che creano il mix giusto nell’utilizzo del corpo, dell’atletismo e delle letture senza palla.
Le sue qualità individuali, unite all’ormai comprovata dote di Frank Vitucci nel fare esplodere talenti, formano un connubio che si potrebbe rivelare molto interessante nel corso della stagione.
Brindisi è la Stella del Sud, e Adrian vuole continuare a farla brillare
Articolo a cura di Pietro Cristofori
Fonte: Sito Ufficiale Legabasket