Tanti gli spunti analizzati da Pancotto in occasione della conferenza pre partita. Il match in questione è tra Cantù e Treviso. La TVB è una rivelazione di questo campionato che sa come mettere in difficoltà le squadre più blasonate.
Ecco le parole dell’allenatore bianco azzurro:
«Parto dall’idea che dobbiamo essere pronti ad affrontare una seconda sfida consecutiva in casa e, per ottenere un altro successo, dobbiamo disputare una gara di mentalità. Con il nostro tipo di squadra, per competere dovremo alzare il livello di rendimento generale: ogni singolo giocatore dovrà dare il meglio in ogni voce statistica. Questa sarà la nostra “mission”, solo così potremo disputare un’altra grande partita».
Su Treviso: «È una squadra neopromossa di alta classifica, lunga, talentuosa, equilibrata e con un bravo allenatore, composta da giocatori forti sia sul perimetro sia nell’area dei tre secondi. Affrontiamo un’avversaria dalla tradizione altissima, proprio come città, come piazza. È una società tutta nuova che, però, ha ereditato il DNA di quella Treviso che non c’è più e per tale intendo quella sponsorizzata Benetton».
«Ragland? Di lui mi piace sottolineare il fatto che abbia accettato la sfida di una squadra che deve lottare per non retrocedere, non l’EuroLega, e questo credo sia un grande segnale non solo per Cantù ma anche per tutto il basket italiano. Per questa aggiunta devo ringraziare la società ma, in particolar modo, il signor Paolo Petazzi di Cinelandia. Un grazie va anche ad Antonio Biella di S.Bernardo e a tutto il CdA di Pallacanestro Cantù, una squadra fuori dal campo quantomeno al pari della nostra. Con Ragland abbiamo a nostra disposizione un’arma in più per competere verso il raggiungimento del nostro obiettivo, che è la salvezza. Joe è un elemento utile per migliorare la crescita della squadra, un giocatore in grado di portare energia, entusiasmo, leadership, capacità tecnica e conoscenza del gioco, oltre che aggiungere la sua esperienza maturata nel nostro campionato. Sarà una vitamina quotidiana per tutti, che non deve però interrompere il percorso di crescita che questa squadra stava già compiendo, semmai migliorarlo. Mi sembra doveroso far risaltare la forza di un gruppo che, con dedizione, aveva già creato dei presupposti per mantenere la categoria. Questi ragazzi si stanno conquistando tutto sul campo, dal 12 di agosto senza scuse e alibi, e questo mi piace. Detto ciò, non caricherò di responsabilità Ragland, perché ritengo che a un leader non serva aggiungere pressioni, ma caso mai togliergliene. Per capirci, un leader tecnico non può arrivare, entrare in una stanza, accendere la luce e tutto funziona. Nessuno ci ha mai regalato niente, abbiamo sempre lavorato duro».