È un Carlo Recalcati critico, quello che emerge dall’ultima intervista concessa a QS, nella quale tocca vari temi, su tutti il modo nel quale il movimento cestistico italiano ha affrontato e sta affrontando le sfide che la pandemia da COVID-19 ha messo sulla sua strada.
“Direi che il movimento si è adeguato al momento, attendendo semplicemente gli eventi, senza una visione più ampia” – dice Recalcati – “Non c’è una visione a 360°, dalle grandi squadre alle giovanili. Questo è quanto non si è visto. Io avevo prospettato un piano triennale, una sorta di campionato di verifica per capire chi potesse fare cosa in futuro. Ma la realtà è che stiamo procedendo come se nulla fosse successo. La Lega può soltanto proporre, mentre è la Fip che decide“.
L’ex coach della Nazionale si dice invece soddisfatto di come si siano mosse sul mercato le nostre squadre: “Tutte, in base alle proprie possibilità del momento, si sono mosse bene. Anche Cantù, con i ritorni di Leunen e Smith, ha dato un bel segnale, senza voli pindarici o esagerazioni sul piano economico“.
Recalcati, quindi, dice la sua sul quasi addio tra Pozzecco e la Dinamo Sassari: “In fin dei conti è durato tutto un paio di giorni. In quella fase gli ho scritto un messaggio, ricevendo una risposta rassicurante; direi che è stato soltanto un momento di confronto tra lui e Sardara. Sono partiti da posizioni diverse e hanno trovato una soluzione“.
Chiusura dedicata a Torino: “Un’altra buona notizia. Torino è importante per storia e potenzialità. Ataman non è solo un allenatore, ma anche un imprenditore, cresciuto in una famiglia importante ed abituato a gestire anche le aziende oltre alle squadre. La sua presenza è una garanzia per Torino, va visto come manager e non come allenatore adesso. Ha studiato in Italia, conosce la cultura. Vediamo come si evolverà il tutto“.