Nel corso della sua storia, la Coppa delle Coppe ha visto disputarsi 36 edizioni, cambiando un totale di quattro denominazioni: appunto Coppa delle Coppe dal 1966/67 al 1990/91, Coppa d’Europa dal 1991/92 al 1995/96, Eurocoppa per il biennio 1996-98 ed, infine, Coppa Saporta dal 1998/99 all’ultima edizione del 2001/02.
Una competizione che ha spesso detto molto bene alle nostre compagini, le quali hanno sollevato al cielo la Coppa in ben 15 occasioni, tra le quali la prima, con la Pallacanestro Varese (allora Ignis, ndr), e l’ultima, con la Montepaschi Siena, mentre Cantù guida l’albo d’oro assieme al Real Madrid con 4 trionfi.
Da segnalare anche altre sette edizioni con un’italiana come finalista sconfitta, tra cui la mitica sfida tra il Real Madrid di Drazen Petrovic e la Juvecaserta di Oscar Schmidt del 1988/89, portando il totale a ben 22 finali su 36 con una squadra nostrana come partecipante. Due volte (1977-78 e 1979/80), addirittura, la finale fu una questione tutta tricolore: Cantù vs Virtus Bologna nel primo caso (84-82) e Varese vs Cantù nel secondo (90-88).
Per quel che ci riguarda, però, l’#onthisday di oggi riguarda l’edizione 1969/70, quella che portò la Fides Partenope Napoli di coach Tonino Zorzi a sollevare al cielo la prima e finora unica coppa europea della sua storia. Dopo aver vinto la prima edizione della Coppa Italia nel 1967/68 (93-68 in finale sulla Fortitudo Bologna), chiudendo tra l’altro la Serie A al 2° posto, nel 1968/69 i partenopei partecipano una prima volta alla Coppa delle Coppe.
Il cammino si ferma ai Quarti, a causa della squalifica patita per mano della FIBA dopo i fatti di Atene nell’andata contro il Panathinaikos (abbandono del campo per irregolarità, poi non rilevate dal Commissario FIBA presente al palazzetto). In campionato arriva un 3° posto, mentre in Coppa Italia è di nuovo finale, anche se stavolta Napoli deve cedere il passo, seppur di misura (73-72) ad una delle squadre più dominanti di quel periodo storico, Varese.
Essendo i lombardi già qualificati all’Eurolega, grazie alla vittoria del campionato, Napoli può giocarsi ancora una volta le sue chance nella seconda competizione continentale più importante. L’esordio dei campani nel Primo Turno è soft, dato che i portoghesi del Benfica vengono letteralmente spazzati via: 54-102 nell’andata a Lisbona e 120-55 nel match di ritorno in Italia.
Più ostico l’avversario nel Secondo Turno, ovvero gli israeliani del Maccabi Tel Aviv. Infatti i ragazzi di coach Zorzi cadono in Israele (89-82), salvo poi ribaltare tutto con una netta affermazione nel match di ritorno al ‘Mario Argento’ (91-62). Ai Quarti di Finale il sorteggio riserva alla Fides gli slavi del Lokomotiva Zagabria, sconfitti sia all’andata in Jugoslavia (80-89) che al ritorno in Italia (102-84).
In semifinale, oltre ai partenopei, troviamo due compagini molto pericolose come i sovietici della Dinamo Tbilisi e i greci dell’AEK Atene, oltre ai francesi del Vichy, i quali sembrano a primo impatto rivestire quasi il ruolo di ‘cenerentola’ tra le quattro giunte fino a questo punto del torneo.
Alla Fides capitano proprio i sovietici georgiani, con l’andata stavolta alle falde del Vesuvio. Fucile e compagni, però, mettono in chiaro la situazione, spuntandola con un 86-69 che lascia relativamente tranquilli in vista del ritorno. Anche la seconda sfida, comunque, sorride alla Fides, che vince 83-88.
Nell’altra sfida è il Vichy a staccare il pass per la finale: i transalpini s’impongono per 78-60 nel match d’andata in Francia, resistendo poi ad Atene limitando il passivo ad un -9 (74-65 per l’AEK). La finale prevede la sfida d’andata Oltralpe, mentre il ritorno sarà in Campania.
La Fides è favorita, ma la prima partita sorride ai francesi, i quali la spuntano nel finale al termine di un match molto tirato con il punteggio di 64-60. Il ritorno al ‘Mario Argento’, il 26 aprile di 50 anni fa, entra nella leggenda. Nel palazzetto ci sono almeno 12 mila persone, un vero muro di gente, accorso in massa per spingere i propri beniamini all’impresa.
“Ne entrarono almeno dodicimila, spuntava gente ovunque” – ha spiegato alla Gazzetta dello Sport uno dei protagonisti di quella cavalcata, Manfredo Fucile, ora #1 di Fip Campania – “Era una muraglia, i bagarini fecero affari d’oro. Il basket sul livello del calcio, impensabile“. E l’impresa arrivò: la Fides vince nettamente (87-65) e può sollevare il trofeo.
Il primo ed unico in Europa per i partenopei e per una formazione del Sud Italia. Questi i 12 ragazzi di coach Zorzi, gli eroi di quella magnifica impresa: Manfredo Fucile, Giovanni Gavagnin, Remo Maggetti, Sauro Bufalini, Antonio e Vincenzo Errico, Leonardo Coen Cagli, Renato Abbate, Francesco Ovi, gli americani Jim Williams e Miles Ajken e l’argentino Carlos Alberto D’Aquila.