Dopo Gigi Datome, ospite a ‘Sky Sport’ anche Sergio Scariolo, assistente allenatore dei Toronto Raptors e coach della Nazionale Spagnola. “Stiamo bene, relativamente considerando come stanno andando le cose. Qui a Toronto siamo in una situazione tutto sommato ancora accettabile. – ha dichiarato riguardo all’emergenza Coronavirus – Abbiamo la nostra ora d’aria portando fuori i cani al mattino, poi mi distribuisco tra famiglia, allenamenti fisici individuali e lavoro. Portiamo avanti vari progetti: io sto lavorando su una selezione delle nostre migliori azioni offensive, visto che il mio compito è occuparmi dell’attacco. In particolare sto approfondendo come attaccare la zona, visto che anche in NBA se ne sta facendo sempre più uso“.
Sulla possibile ripresa in NBA: “La NBA è ferocemente motivata a riprendere e continuare la stagione appena sarà possibile. Non ha nessun problema a giocare le partite anche d’estate, senza pubblico, possibilmente tutte nello stesso posto. Si stanno preparando varie formule, ma la situazione negli Stati Uniti è sempre più preoccupante e non so quando ci si sentirà tranquilli per riprendere. Ho chiaro però che c’è una deadline, il Labor Day nel Nord America del 4/5 settembre: quello è il termine ultimo per finire la stagione e poi eventualmente cominciare la successiva a Natale. Sono determinati a provarle tutte: c’è una compattezza pazzesca e un livello di comunicazione intenso tra Adam Silver, i proprietari e l’associazione giocatori. Ogni giorno mandano attività, supporti psicologici, aggiornamenti, raccomandazioni. Sappiamo che quello che decideranno sarà per il meglio e non c’è nessuna voce fuori dal coro“.
Il futuro con la Nazionale spagnola: “La Federazione mi ha chiesto di allungare il contratto, ma bisogna rifletterci e parlarne anche coi Raptors. Non è una questione di voglia né di gratitudine perché sono orgoglioso dell’opportunità che mi è stata data, bisogna incastrare diverse componenti tra cui quella familiare che è quella più sacrificata perché rimane davvero proprio poco tempo. La vittoria più bella della carriera? Il primo Scudetto con la Scavolini e i titoli di questa estate, quello con la Spagna e il titolo NBA“.
Chiusura infine su Kawhi Leonard: “È speciale, incredibilmente essenziale e spettacolare nella sua efficacia. Ci sono giocatori più appariscenti ed estetici, ma pochi più efficaci e capaci di fare la cosa giusta nel momento giusto, di essere determinanti in attacco e in difesa ed essere grandi realizzatori senza essere egoisti. Sicuramente una buona parte è talento, ma ha ricevuto una grande educazione e cultura sportiva a San Antonio. Tutti proviamo a rubare qualcosa dagli Spurs per assicurarci una continuità negli anni: rimanere vincenti è molto più difficile che vincere e basta. Kawhi è un esempio per come lavora e come si allena, come si prende cura di sé e previene gli infortuni: veramente un grandissimo professionista, stare con lui è stata una grande esperienza e — pur non essendo un leader vocale — è uno che è anche interessante da ascoltare“.