Nonostante la sconfitta subita contro la Carpegna Prosciutto Pesaro, il giovane talento in prestito dal Real Madrid ha brillato con una prestazione da incorniciare aggiudicandosi la palma di miglior italiano a discapito di Giampaolo Ricci (A|X Armani Exchange Milano) e di Stefano Tonut (Umana Reyer Venezia).

Il termine con cui definire Matteo Spagnolo sarebbe “predestinato”, ma lui non è d’accordo e come rilasciato in un’intervista con Andrea Barocci di Corriere dello Sport dice “Non mi sento un predestinato. Il talento ce l’hanno in tanti: è il lavoro a fare la differenza”. Un ragazzo di quasi 19 in grado di prendere la palla a spicchi tra i polpastrelli e trasformare in arcobaleno una brutta giornata di pioggia. In quel di Cremona c’è più gusto a correre verso il PalaRadi, si gongola nonostante il risultato perché in campo si ammira un piccolo grande giocatore pronto a stupire week-end dopo week-end. Il nativo di Brindisi ha tenuto in piedi la sua squadra con una prestazione autorevole che il solo tabellino non può raccontarci in toto, ma può di gran lunga testimoniare l’ascesa del numero 9 in maglia Vanoli. Massimo in carriera ritoccato con 19 punti sbagliando pochissimo al tiro (6/10 dal campo e 6/7 ai liberi) e aggiungendo giocate di qualità per i compagni con 4 assist; a dimostrazione che Spagnolo non è solo uomo d’attacco, si palesa in difesa più volte catturando 5 rimbalzi e strappa dalle mani dei suoi avversari 2 palloni. Gli avversari faticano a fermarlo, lui sguscia via senza problemi e il conto dei falli subiti sale a quota 5 al termine della contesa, una prestazione complessiva che gli vale il massimo in carriera anche alla voce valutazione con 24.

Palleggio, arresto e tiro. Pochi semplici gesti, forse riduttivo limitarsi a citare questo fondamentale, ma l’eleganza con cui il classe 2003 lo esegue è da guardare e riprodurre in loop negli highlights della Domenica. Sfrutta il blocco del compagno, trova spazio dove il diretto marcatore non può arrivare e lascia partire la sfera che straccia la retina: un movimento consueto, a prima vista prevedibile per chi deve andare a stopparne le intenzioni, ma confezionato in modo tale da non dare scampo all’avversario aggiungendo altri due punti sul tabellino. Come precedentemente detto Spagnolo non è solo scorer, lo dimostra l’intesa con i compagni in particolare con Harris e Tinkle. Nonostante siano avvezzi a farsi trovare pronti oltre l’arco per far calare la bomba, quando il possesso è nelle mani del giovane compagno tagliano in mezzo all’area, raccolgono il suggerimento e realizzano il canestro che non da scampo alla squadra rivale. Lo stesso Spagnolo ha spiegato ad Andrea Barocci il perché della sua scelta di venire a Cremona “É un ottimo posto dove lavorare in tranquillità potendo esprimere il giocatore che sono e dove posso crescere con uno staff e dei compagni fantastici” ed infine ha parlato anche dei passi avanti fatti da quando è approdato in Lombardia “Mi trovo meglio in campo, sto capendo più cose, miglioro nelle letture difensive e in attacco, so quali sono i giochi da chiamare”

Alla prima vera stagione da titolare tra i professionisti è innegabile che il numero 9 della Vanoli Basket Cremona stia crescendo partita dopo partita, lo dicono le prestazioni sul parquet e lo dice la personalità con cui si lancia verso il canestro. Quarto in squadra per minuti disputati con 25.4 a partita, con 11.6 punti è il terzo miglior scorer della compagine lombarda ed è il leader nella percentuale dalla lunga distanza (54.2%) con 1.4 triple a segno su 2.7 tentate.

“Sono sempre stato un ragazzino coraggioso. La cosa più importante per un giocatore è la consapevolezza nei propri mezzi e questa viene dal lavoro quotidiano” le parole del 18enne al Resto del Carlino – Pesaro vanno ben oltre il mero concetto di saper giocare a basket, dimostrano consapevolezza ed intenzioni di chi ha un futuro roseo davanti.

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