Cosa fa una giocatrice in piena emergenza Coronavirus? Lo abbiamo chiesto a Laura Spreafico, che nel nostro video invita tutti i tifosi bronesi a restare nelle proprie abitazioni.
Laura, come stai trascorrendo questi giorni di pausa forzata?
“Sono tornata a casa ad Asso – spiega – Francesca Zara, la nostra preparatrice atletica, ci ha mandato un programma di mantenimento che svolgo in casa o in giardino. Penso che sia utile nel caso in cui dovessero riprendere gli allenamenti o il campionato. Dobbiamo essere professioniste anche in questa situazione particolare. Prima viene la salute di tutti, io avrei fermato il campionato anche prima, appena hanno messo le restrizioni, perché noi giocatrici non siamo immuni dal virus. Difficile pensare cosa possa succedere dopo il 3 aprile, questi giorni ci insegnano che bisogna vivere alla giornata. Penso alle persone ammalate, spero che tutto si risolva rapidamente”.
Come trascorri le tue giornate?
“Ne approfitto per studiare, così magari in estate avrò più tempo libero. Negli anni scorsi, quando la stagione si concludeva regolarmente, dovevo chiudermi in casa tutto giugno per ripassare. Sono iscritta a psicologia all’Università di Parma e mi mancano sette esami. Ne ho dato uno a fine gennaio e sto preparando psicologia dei gruppi, dovrei avere l’appello a maggio – giugno, anche se bisognerà vedere visto che gli appelli di questa sessione sono saltati o stanno cercando di farli via internet”.
Abbiamo visto che partecipi ad un’asta benefica su internet. Ci spieghi di cosa si tratta?
“È partito tutto da un’idea di Viviana Ballabio, ex giocatrice della Comense, che aveva avuto in dono delle magliette dai genitori di una giovane tifosa mancata ad agosto, per promuovere un evento benefico. Il ricavato verrà devoluto per la ristrutturazione di una cascina a Cantù che sarà messa a disposizione di ragazzi con problemi di autismo. C’è la mia ultima maglia della stagione 2011-2012, poi quelle di Zara, Andrade, Cirone, Fullin, Macchi, Masciadri, giocatrici che hanno fatto la storia della Comense. Io sono arrivata quando la squadra era in fase calante, c’erano ancora Macchi e Paparazzo, ma ho avuto la fortuna di avere Ballabio come team manager gli ultimi due anni, e sapeva mettere sempre la parola giusta in ogni situazione. Gli anni a Como sono stati molto formativi, sia in campo che fuori, fa sicuramente male sapere come è finita, con il fallimento”.
Sappiamo che sei appassionata di fotografia…
“Mi piace quando ho un momento libero perdermi a fare foto tra la natura. Quando giocavo a Ragusa andavo al mare, attorno a Broni invece trovo dei bellissimi paesaggi collinari, Cigognola, Zavattarello, ma anche il Po, il Ponte della Becca. Giocare dà l’opportunità di conoscere molti posti, sarebbe sciocco non approfittarne per conoscerli meglio. Adesso mi sono portata la macchina a casa, ho fotografo due margherite nel mio giardino, ma spero nei prossimi giorni di fare qualche passeggiata dalle mie parti, rispettando le regole ovviamente, e immortalare qualche scorcio delle mia zona”.