La Dinamo Banco di Sardegna è già tornata in palestra: domenica alle 19 i sassaresi affronteranno Cantù nell’ultimo turno del girone di andata del campionato LBA
A presentare la sfida l’assistant coach Giorgio Gerosa: “Non c’è tempo per fermarsi dopo la partita di Tenerife, anzi dobbiamo recuperare tutte le energie mentali, nervose e fisiche il prima possibile. Il tempo è poco ma lo sappiamo e lo abbiamo già fatto, da un punto di vista del lavoro sappiamo come affrontare la situazione e i ragazzi dal punto di vista mentale sanno come smaltire le scorie. Quella con Cantù è una partita davvero importante, vogliamo prenderci il terzo posto ed è quello per cui scenderemo in campo, con l’obiettivo di consolidare questa posizione in classifica”.
Al PalaSerradimigni esordirà Frank Gaines, ultimo innesto della squadra di coach Cesare Pancotto…
“Cantù è la squadra che per prima è stata colpita dal Covid nel nostro campionato, per di più nel momento in cui stavano crescendo maggiormente quindi adesso sta facendo un po’ più di fatica anche se, partita dopo partita, si vede un miglioramento nella fase di gioco da parte di tutti. Sarà una sfida rischiosa contro una squadra che arriva con una extra motivazione, quella di fare più punti per trovare la salvezza il prima possibile: l’inserimento di Gaines sicuramente gli darà maggiore intensità da un punto di vista difensivo e maggiore solidità da quello offensivo. È un buon giocatore di esperienza che a Cantù due stagioni fa aveva fatto molto bene sia dal punto di vista realizzativo sia difensivo. Sono certo che darà più stabilità agli altri, alzando il livello di esperienza insieme a Jaime e Leuneen, a partire da Williams e Kennedy potranno giovare della sua esperienza e solidità. Sicuramente avranno una gestione dei possessi differente rispetto a qualche partita fa, dovremo stare attenti a lui, perchè si sa che nella prima partita l’entusiasmo e la voglia di fare bene dell’ultimo arrivato generalmente si tramutano in una buona prestazione”.
Per Giorgio Gerosa quella con Cantù non è mai una sfida come le altre, perché veste i panni di ex…
“Il primo anno ero molto più emozionato ma questo non vuol dire che ogni volta non sia particolare. A Cantù devo molto, lì sono cresciuto come giocatore prima e allenatore poi senza tralasciare come persona e professionista. È una sfida che ha sempre un gusto speciale, rappresenta l’occasione per incontrare molti amici che sono ritornati nel post Gerasimenko, e altri che sono sempre rimasti nell’organico. Una partita che da sempre forti battiti al cuore ma alla fine non posso che essere contento nell’avere l’opportunità di giocarci contro, trovarmi dall’altra parte e fare tutto il possibile per affrontare una partita che dobbiamo assolutamente vincere”.