Gianmarco Pozzecco è stato ospite, nella giornata di ieri, della trasmissione ‘Effe trasmetto per te‘, su Radio108Basket. Tante le tematiche affrontate dal coach della Dinamo Sassari, a partire dalla quotidianità della quarantena: “Mi sveglio presto la mattina e la sera arrivo stravolto per tutto quello che faccio durante la giornata. Sono lontano dal campo ma non dal basket, che mi coinvolge anche in periodi come questo. Anzi, direi che ne sto parlando di più in questa quarantena rispetto al solito“.
Su una ripresa del campionato ad ottobre, per Pozzecco è prematuro parlarne in questo momento, sottolineando come la priorità dev’essere quella di trovare un vaccino: “Riprendere ad ottobre a porte chiuse sarebbe un colpo molto duro per il nostro movimento, che non ha gli introiti televisivi del calcio. Inoltre, penso che parlarne ora sia davvero prematuro, essendoci troppe variabili in gioco, ad esempio come evolverà la pandemia nei prossimi due o tre mesi. Prima ricominciamo a vivere normalmente, poi pensiamo allo sport; e la prima cosa non sarà possibile senza un vaccino o una cura definitiva contro il virus“.
Sulla questione stranieri, questa è l’opinione del coach di Sassari: “Torneremo ad avere un basket di livello quando avremo nel campionato meno stranieri ma più forti. A Livorno ho giocato con un certo Michael Ray Richardson, che a Bologna conoscono bene. Noi abbiamo una sorta di complesso di inferiorità verso gli statunitensi, dato dal fatto che il basket l’hanno inventato loro. Ma ciò è sbagliato, non dev’essere così. Dobbiamo tornare ad avere rispetto e fiducia nei confronti dei giocatori italiani, poiché può benissimo succedere che un giocatore americano sia più scarso di un italiano“.
La pandemia da COVID-19 ha rovinato la festa per i 60 anni della Dinamo: “Avevamo organizzato una partita tra vecchie glorie e la nazionale vice-campione olimpica del 2004, una doppia festa per me, essendo l’allenatore della Dinamo e protagonista di quella nazionale” – spiega il Poz – “Purtroppo il virus ha rovinato tutto. Detto ciò, ci terrei a sottolineare la presenza della società sul territorio, soprattutto in un momento difficile come questo, lanciando un appello per sostenere gli ospedali sassaresi. La gente ha risposto in maniera incredibile, raccogliendo quasi un milione di euro“.
Sulla stagione della Fortitudo, infine: “Ha fatto cose egregie a mio parere, ma la Fortitudo è un valore aggiunto per il nostro campionato. Ho avuto la sfortuna di affrontarla soltanto a Sassari, senza avere il piacere di tornare al PalaDozza. Hanno fatto una grande stagione e la società sta lavorando bene, con coach Martino che ha avuto il merito di riportarli in Serie A. L’entusiasmo derivante dalla promozione può trasformare l’ambiente in vincente“.