Giacomo Galanda, grande ex del basket italiano ed attualmente consigliere federale della Fip, è stato raggiunto da La Nazione, edizione di Pistoia, per commentare quelli che sono gli argomenti all’ordine del giorno dell’agenda del nostro movimento, impegnato nell’arduo compito di superare la crisi portata dalla pandemia da COVID-19.

Viviamo una situazione molto difficile, poiché fondamentalmente non conosciamo i tempi di questa pandemia” – spiega – “Quando sarà possibile tornare in campo? Succederà dopo l’estate, a gennaio 2021 o ancora più tardi? Non sapendo la risposta, dobbiamo prepararci ad affrontare ogni eventualità. Io sono al lavoro su diversi progetti e penso che bisogna andare il più possibile sul sicuro“.

Sul campionato, secondo Galanda vi potrà partecipare chi ne avrà le possibilità economiche: “Il punto fondamentale è che chi inizia un campionato deve essere in grado di terminarlo. Le società dovranno partecipare ai campionati consoni con le loro attuali, e scarse, possibilità economiche; le scommesse ardite non saranno più possibili“.

Sui possibili format: “La mia idea è quella di campionati senza retrocessioni e con più italiani. Potremmo fare Playoff e Playout inserendo le squadre di Serie A2, o inserendo una fase ad orologio come un tempo. Sinceramente le ipotesi non mancano“.

Infine il 45enne di Udine affronta la querelle sul professionismo: “Io credo che professionismo e semiprofessionismo sono soltanto diciture, dato che in Serie B i giocatori si comportano come professionisti, pur non avendo le stesse tutele. Il professionismo è l’unico modo per tutelare allenatori e giocatori. Cosa diversa è il lato fiscale, nel quale però dovrebbe intervenire il Governo, sgravando le società da determinati costi“.