Quattrocentocinquanta partite con la stessa maglia: cifra lunga da scrivere e da vivere correndo da un canestro all’altro. E mettiamoci pure i 2.738 punti segnati fin qui in partite ufficiali. L’Allianz Geas festeggerà domenica, in occasione della partita contro le scudettate di Schio, Giulia Arturi, la sua capitana storica, che ha tagliato poche partite fa questo traguardo con pochissimi precedenti: sono 17 le stagioni in prima squadra, tutte in Serie A. Dai 15 anni di età fino agli attuali 32, una bandiera che sventola sulla squadra di Sesto: in questa striscia di militanza, Giulia ha battuto anche la madre Rosi Bozzolo, che del Grande Geas fu la guida in campo negli anni ‘70. Una fedeltà, che richiama le parabole di Viviana Ballabio e Sofia Vinci, colonne rispettivamente della Comense e di Priolo nei decenni scorsi.
“È un grande orgoglio – dice l’interessata – essere accostata, almeno in questo, a due giocatrici che hanno fatto epoca. Per prima cosa spero che questa ricorrenza sia di buon auspicio per il numero 500. Poi quel che avverto è un senso di gratitudine al Geas di oggi e a quello di ieri, a tutti i dirigenti e tecnici e alle compagne che si sono succeduti e che mi hanno accompagnato fin qui”.
- E di tutte queste partite ce n’è una che ricordi in modo particolare?
- “Le vittorie, le promozioni e i momenti di gioia sono state tante, per fortuna più delle inevitabili batoste, ma scelgo un ricordo in particolare. Primo anno in A1, dove io ero un’esordiente, dovevamo giocare a Viterbo e Ticha Penicheiro, l’incredibile campionessa di cui ero il cambio, si ammalò. Quindi dovetti giocare titolare per la prima volta. Durante il riscaldamento mi avvicinò Manuela Zanon e mi disse che non avrei avuto nessun problema e che lei e le altre ragazze erano tranquille e avevano fiducia in me. E io sono andata…”
Ufficio Stampa ALLIANZ GEAS