Solidità e versatilità, unite ad una nutrita esperienza nella categoria: il Green Basket è lieto di ufficializzare la firma di Bruno Duranti, ala classe ’93 in uscita dalla Virtus Arechi Salerno.

Inconfondibili capelli ricci, portamento da duro e tanta solidità sul parquet. Piuttosto facile l’identikit di Bruno Duranti: ala versatile, capace di occupare con disinvoltura lo spot di tre o quattro, l’italo-brasiliano arriva alla coorte di coach Bassi dopo un’annata iniziata con Lamezia e chiusa alla Virtus Arechi Salerno dove, da risorsa in uscita dalla panchina, ha collezionato un average di 7 punti in regular season. Duranti, scuola Stella Azzurra Roma, ha debuttato in Serie B nel 2011 proprio con la formazione capitolina prima di ricevere la chiamata da Ferentino che gli è valsa il salto di categoria in DNA. Nel 2014, invece, la ripartenza in Serie C con l’ambizioso progetto targato Campli: in maglia abruzzese, si rende protagonista di tre stagioni in crescendo, suggellate prima dalla promozione in B e poi dall’accesso alla finale dei relativi playoff di categoria. 10 ppg in 30’ di utilizzo le credenziali, nell’annata 2016-17, che gli assicurano il trasferimento a Palestrina in una stagione da 6.2 punti di media conclusasi, anche in questo caso, con l’accesso alla finale playoff.

Doppia nazionalità sul passaporto, giocatore che fa della fisicità e dell’atletismo le sue doti principali, Duranti si presenta così all’alba della sua nuova esperienza al Green: «In passato mi hanno sempre utilizzato come un gran difensore, sono una pedina duttile capace di occupare due spot in campo e dare una mano alla squadra a seconda delle necessità – dice Duranti – In attacco, invece, mi ritengo un giocatore di sistema. Quando mi trovo nelle giuste posizioni so rendermi pericoloso. Ho bisogno di trovare il mio spazio, dando comunque sempre priorità ai bisogni della squadra».

«Mi hanno parlato bene della piazza – afferma l’ala italo-brasiliana – mi son fatto un’idea positiva di società, staff e compagni. Con l’allenatore ci siam già sentiti, mi ha spiegato la sua idea di pallacanestro e penso che rispecchi pienamente il tipo di giocatore che sono. Detto questo, non amo tanto parlare. Preferisco arrivare e mettere le cose in pratica».

Idee chiare anche sugli obiettivi in quel di Palermo: «Ripenso all’anno di Campli, eravamo una squadra che era partita per salvarsi e poi, partita dopo partita, siamo arrivati a disputare una finale playoff. È stato un anno importante perché ho avuto modo di prendermi le mie responsabilità– conclude Duranti – Non temo il girone, sono pronto a rimettermi in gioco e far vedere quel di cui son capace».