Una delle pochissime certezze che ha il basket in questo periodo, condivisa con il resto del mondo dello sport, è che al momento di ripartire (e per alcuni mesi a seguire) non ci potrà essere pubblico sugli spalti, per timore di dare il via a possibili focolai del COVID-19.
Dell’argomento ha trattato Frank Vitucci, coach dell’Happy Casa Brindisi, raggiunto da Il Corriere dello Sport: “Sinceramente, ripartire e tornare a giocare a porte chiuse è per me paradossale, da teatro dell’assurdo. D’altro canto, per come si stanno evolvendo le cose, soprattutto in termini di capacità di controllare quel che serve a combattere e contenere il virus, ha invece assolutamente senso ricominciare ad ottobre senza pubblico“.
“Chiaramente, se la situazione continuerà a migliorare, seppur lentamente, per noi del basket è la soluzione migliore” – continua – “Dovremo fare molta attenzione quando arriverà il momento, ma sono fiducioso che i meccanismi di controllo e prevenzione, da qui all’autunno, ci consentiranno di ricominciare l’attività, con la speranza di poter tornare in breve tempo alla normalità“.
Conclude quindi Vitucci: “Dobbiamo pensare ad una sorta di mondo parallelo poiché i tifosi, non potendo assistere alle partite dal vivo, dovranno farlo dalla TV o dal computer, con un piccolo contributo per resistere fino all’inizio del prossimo anno. Sul modo di salvare i club dal punto di vista economico, comunque, sono dell’idea che sia fondamentale defiscalizzare i contributi delle sponsorizzazioni“.