In una partita che ha avuto dell’incredibile non solo per l’esito finale ma anche per la stagione dei pugliesi, Kyron ‘Ky’ Bowman (Happy Casa Brindisi) ha messo il vestito della domenica e il pubblico ha così deciso di votarlo come miglior giocatore del sedicesimo turno. Dietro di lui sono arrivati Jeremy Senglin (UNAHOTELS Reggio Emilia) e Frank Bartley (Pallacanestro Trieste).
Quando ti invitano per la NBA Combine ma poi non ti selezionano al Draft o quando giochi con Stephen Curry ma devi sostituirlo perché lui è costretto a stare fuori tutta la stagione, non ci sono ostacoli che tu non abbia la capacità di superare. Il termine ‘rimonta’ viene spesso utilizzato nel mondo dello sport, ma anche nella vita si può rimontare specie se gli altri pensano ci sia un gap da colmare tra te e gli altri. La partita del PalaPentassuglia ha avuto dell’incredibile: 47-67 alla sirena che chiude il terzo quarto dopo un parziale di 13-29 che sembra aver messo al tappeto la Happy Casa Brindisi; tuttavia l’impresa è dietro l’angolo e i pugliesi riescono a ribaltare il risultato con un 31-10 nell’ultimo periodo che gli consegna l’inattesa vittoria. Il protagonista di questa gloriosa cavalcata è Ky Bowman, il quale sente di aver dato alla squadra solo una piccola parte di se stesso contribuendo con qualche rimbalzo – sono 4 quelli catturati a fine partita – e alcuni assist – 3 alla sirena finale – ma senza aver impattato a livello offensivo come solo lui sa fare. Negli ultimi 10′ minuti vede solo il canestro e dei 15 punti totali messi a referto sono 11 quelli segnati nel quarto periodo: il primo possesso lo vede subito centrare il canestro con un tiro in transizione, in quello successivo viene servito da Doron Lamb e da oltre l’arco trova tre punti; poco dopo si mette in proprio e trova un’altra bomba che accorcia nuovamente le distanze tra i due team. Successivamente sale la pressione e lui non trova grandi spazi, perciò ad eccezione di alcune assistenze per i compagni non riesce più a trovare punti da mettere a tabellino sino agli ultimi 4” di partita: Brindisi è sotto di due punti ed entrare in area può rivelarsi un azzardo, così scaglia verso la retina la terza tripla del suo quarto quarto e fa esplodere il pubblico presente. Vittoria per 78-77, Bowman chiude con 15 punti (3/6 da due e 3/5 da tre), 4 rimbalzi, 3 assist, 16 di valutazione ed un game winner storico.
Dietro al miglior giocatore della sedicesima giornata c’è una storia infinita da raccontare e grazie alla prestazione nella vittoria contro la Virtus Segafredo Bologna sono stati tanti i microfoni a volerlo sentire parlare di lui. Steve Kerr disse di lui “Tutto quello che possiamo fare è continuare a dargli chances. Sta giocando per mostrare di che pasta è fatto. Sono davvero felice che abbia dimostrato di appartenere alla NBA”, un’iniezione di fiducia non da poco da parte di un allenatore che si intende di dinastie visti i suoi trascorsi con i Chicago Bulls di Michael Jordan, i San Antonio Spurs di Gregg Popovich e le vittorie con i Golden State Warriors. Ai microfoni del Corriere dello Sport ha parlato della sua emozione nel giocare al Chase Center – casa della franchigia californiana – per la prima volta: “Ha più posti a sedere dell’intera mia città di Havelock! Le gambe tremavano ma poi ho pensato solo a fare del mio meglio. Di quella esperienza mi sono goduto ogni istante. Ho lavorato duramente e i Warriors l’hanno capito”; poi si è spostato sul suo ambientamento nella città pugliese e l’adattamente ad una pallacanestro diversa: “Non è stato semplice: grazie all’aiuto dello staff sto riuscendo a capire come rendere al meglio. Qui ogni gara è una vera battaglia. Domenica è stata una gara indimenticabile contro una delle migliori squadre d’Europa”.
In seguito ha aperto il proprio cuore tornando ai tempi in cui la vita gli ha portato via il padre e il trauma che è stato costretto a portarsi dietro: “Avevo 15 anni. Spaventato, solo e senza un riferimento così importante. Non sapere più esprimermi con le persone è stata una delle situazioni più difficili che ho dovuto affrontare. Non parlavo più, balbettavo, avevo perso il controllo delle comunicazioni. Mi ritrovai al college senza riuscire a fare domande. Il basket mi ha aiutato molto nel ritrovarmi con me stesso e con gli altri. Il basket non è stato il primo amore: giocavo a football e avevo anche una buona proposta dall’Alabama con una borsa di studio. Con la famiglia decidemmo di non accettare subito e mi sono sempre lasciato una porta aperta per il basket”. Infine chiude con uno spaccato sulla sua vita privata e le sue passioni fuori dal campo: “Amo leggere, scrivere e disegnare. Prossimamente mi piacerebbe lanciare un brand di abbigliamento e organizzare una mostra con le mie creazioni”.
Nella prima parte di campionato è stato sempre schierato nello starting five e nonostante le sue prestazioni fossero costanti, le percentuali al tiro e l’efficienza come creatore di gioco non stavano tornando utili al sistema di coach Frank Vitucci. Da quando l’allenatore gli ha ritagliato una dimensione come sesto uomo, Brindisi ha un record pari a 50% (4 vittorie e 4 sconfitte) e le sue prestazioni sono migliorate di partita in partita. Innanzitutto Ky Bowman è il miglior ruba palloni del nostro campionato con 1.6 recuperi a partita (a pari merito con Markel Brown), ciò ha messo in mostra le sue doti sottovalutate da two-way player che in più di un’occasione hanno aiutato la Happy Casa a cavarsi d’impaccio. Successivamente c’è da considerare il suo andamento come giocatore in uscita dalla panchina: 12.9 punti – solo due volte è sceso sotto la doppia cifra in otto gare – 3.5 rimbalzi, 2.4 assist, 1 recupero e 11.6 di valutazione, il più positivo tra i pugliesi e nettamente in lizza per il premio di sesto uomo dell’anno; le cifre dal campo sono migliorate sensibilmente, infatti è passato dal 38.7% al 53.6% da due punti e dal 25.5% al 38.6% da tre punti. Tra i compagni di squadra si posiziona terzo per punti segnati con 12.3, terzo per rimbalzi catturati con 4.1, secondo per assist distribuiti con 2.4 e quarto per valutazione – Doron Lamb viene escluso in quanto ha giocato una sola gara – con 11.3 di media a partita.
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