L’uomo a cui affidare le chiavi del palazzetto se ce ne fosse bisogno, un giocatore all’anagrafe ancora giovane, ma di fatto un veterano sul parquet. Alessandro Pajola (Virtus Segafredo Bologa, 1541 voti) supera Jeffrey Brooks (Umana Reyer Venezia, 892 voti) e Davide Moretti (Carpegna Prosciutto Pesaro, 881 voti) nella bagarre per il miglior italiano del 28° turno di campionato.
Lavorasse in politica sarebbe senza ombra di dubbio seduto al posto del Ministro della Difesa, ma per fortuna possiamo godere delle sue prestazioni sul campo da basket e tanto vale per pagare il prezzo del biglietto. Nell’ultima giornata è sceso sul parquet nel quintetto base come non accadeva da un mese: è stato capace di spostare a proprio piacimento gli equilibri della partita, togliendo qualsiasi certezza ai tiratori di Tortona sempre in grande spolvero nelle partite di cartello, stracciando a sua volta la retina dalla lunga distanza come un cecchino e trascinando a sua modo la Virtus Segafredo alla vittoria. Il numero 6 virtussino è ormai un beniamino dei tifosi, ma vederlo giocare sempre con la stessa intensità e quella voglia di vincere, li mette in pace con se stessi; nel successo sui piemontesi sono arrivati 15 punti in 27 minuti di gioco, poche altre statistiche – 2 rimbalzi e 2 assist – ma un intero repertorio di trappole difensive che hanno mandato in tilt gli schemi della squadra avversaria; dalla lunga distanza è stato praticamente una sentenza con 3 triple a segno su 4 tentativi (75%), colpendo però anche entro l’arco con 2 conclusioni a segno su 3, stesso si può dire anche per i viaggi in lunetta.
Il linguaggio del corpo di Pajola non mente mai, così come la sua predisposizione a mettere in difficoltà il malcapitato costretto a finire sotto le sue grinfie. In una partita in cui il numero 6 non ha dovuto ricorrere a strategie furtive per recuperare palloni – quasi una novità vederlo finire la partita con 0 palle rubate – il suo apporto nella metà campo difensiva non è certo mancato e vederlo impegnato con Jaiteh negli accoppiamenti difensivi ha contribuito a rendere questa strana coppia una delle più interessanti del campionato. L’affinità tra il francese e il nativo di Ancona è perfetta per non dare nessun punto di riferimento all’attacco avversario, costretto a dover affrontare una montagna insormontabile di 211 centimetri e una manolesta pronta a strappare via la sfera dalle mani del giocatore designato; a tratti questo tipo di difesa attuato da coach Scariolo rende impossibile ragionare in tempi brevi, provocando un’infrazione dei 24 secondi o un tiro forzato con l’esito peggiore possibile e la ripartenza in contropiede là dove gli attaccanti bianconeri sono pronti a mettere a referto l’ennesimo canestro della loro partita.
Alessandro Pajola è il secondo giocatore più utilizzato (dietro a Kyle Weems) della Virtus Segafredo Bologna con 25 presenze di cui 20 nello starting five. Il classe 1999 è dotato di una duttilità tale da renderlo perfetto in qualsiasi situazione di gioco, perciò non è un caso se il suo nome compare tra i migliori in molte delle statistiche di squadra: secondo per percentuale di tiro da due punti (64.2%), terzo per assisti distribuiti a partita (4.0, dietro solo a Mannion con 4.1 e al leader Teodosic con 6.8), secondo a pari merito con Shengelia per recuperi (1.4, primo Hervey con 1.6) ed il secondo per minuti complessivi giocati con 573 (quinto come media con 22.9); i punti segnati contro la Bertram Tortona (15) sono il suo massimo stagionale, così il giocatore marchigiano è tornato in doppia cifra dopo cinque gare in cui era riuscito al massimo a segnare 7 punti e nelle restanti quattro a non andare mai oltre quota 2, numeri che però non dicono assolutamente nulla delle partite fin qui disputate da Pajola, perfetto al di là della mera statistica. Infine piccola curiosità sulla parte finale del campionato del numero 6: non gli era mai capitato in stagione di chiudere più di una partita con zero recuperi eppure dopo quella disputata contro i piemontesi, Alessandro Pajola è arrivato alla terza gara consecutiva senza palle rubate.
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