Gara d’alta quota al Pala Ventura quella che opponeva la Cestistica Ostuni alla capolista Lupa Lecce, formazione con una solo sconfitta a referto guidata da un ottimo coach ( Sandro Di Salvatore ) giunto nel Salento per riportare la compagine giallorossa in serie B. Un roster che sulla carta impone timore a tutti schierando fra le proprie fila elementi quotati come Salamina, Durini, il bosniaco Brajkovic con esperienze in A1 e A2, Malaventura con esperienza ventennale in Serie A, Mocavero un grande protagonista della palla a spicchi in serie B e serie A, ed altri elementi a completare, insomma un team quello leccese da imporre paura a tutti che nella propria tana non ha concesso a nessuno di violarla. Ostuni si presentava a questo importante match con la gravante dell’assenza di Tommaso Manchisi, ( presente solo per Onor di cronaca ) uscito anzitempo nella gara precedente con Francavilla per infortunio alla caviglia, e Domenico Latella che ne avrà per un mese per un problema ad un ginocchio durante l’allenamento settimanale, ma con il chiaro intento di sfidare la capolista cercando di mettere in difficoltà una corazzata costruita dal Presidente Perniola per il pronto ritorno in Serie B.
L’inizio del match vede una buona partenza delle due squadre avanti ad una degna cornice di pubblico con oltre 200 tifosi giunti dalla città bianca, ma i padroni di casa riescono a premere di più il piede sull’acceleratore nella fase finale e vanno a chiudere i primi 10’ minuti sul + 5. Nel secondo mini periodo Ostuni fa la voce grossa, riesce ad ottenere un break di 12 – 0 incutendo paura alla capolista accendendo la freccia e portandosi in vantaggio ( 21 – 26 al 15’ ), ma con gli uomini di esperienza a disposizione di coach Di Salvatore la vecchia volpe Mocavero dalla lunga distanza ristabilisce la parità dando così corso ad una gara vibrante che le due formazioni controllano senza dare adito ad eventuali allunghi tanto da chiudere ed andare all’intervallo lungo in perfetta parità, 35 – 35.
Alla ripresa delle ostilità come spesso accade, i padroni di casa rientrano sul rettangolo di gioco con grande determinazione e prendono in mano le retini del gioco, Vranjkovic inizia a scaldare la mano ed Ostuni fa un po’ di fatica a tenere il passo della capolista. Coco Romano gioca la carta Manchisi anche se le sue condizioni non sono al massimo dopo l’infortunio subito nel derby con il Francavilla, ma i giallorossi riescono a controllare con tranquillità e riescono a chiudere il periodo con 9 punti di vantaggio. ( 62 – 53 ). L’ultimo periodo vede le due formazioni affrontarsi a viso aperto e le emozioni sul rettangolo di gioco non mancano, Durini al 32’ minuto colpisce dalla lunga distanza ed il match sembrava chiuso, come avviene anche a 5’ minuti dal suono della sirena quando il bosniaco Brajkovic sigla il + 11 per i padroni di casa. Ma Ostuni non molla e piazza un break di 7 – 0 riportandosi a soli 4 lunghezze dai padroni di casa. Lecce risponde con Vranjkovic ma il gialloblù Kadzevicius dalla lunga distanza castiga la retina ospite facendo esplodere la tifoseria ostunese e distanza ridotta a soli 3 lunghezze. La palla inizia a scottare, i giallorossi sbagliano in varie occasioni ma Ostuni non ne approfitta del momento negativo di Durini e compagni per chiudere l’incontro e al termine il bosniaco Brajkovic mette a referto i canestri della vittoria giallorossa. ( 75 – 70 ) La Cestistica Ostuni esce a testa alta dal Pala Ventura consapevole di aver dato prova di grande squadra se pur priva di due titolari con la consapevolezza che per la promozione in Serie B anche Ostuni è presente.
Dopo la gara, il coach salentino Di Salvatore dichiara: “Nell’ultimo periodo i miei ragazzi hanno perso qualche palla di troppo, ma siamo stati bravi a realizzare questa vittoria. Devo fare i complimenti a tutti i miei ragazzi, perché portare a casa 10 vittorie su 11 gare è un vero record; abbiamo affrontato una squadra molto fisica che per me fra tutte quelle del girone affrontate rimane la più forte. Abbiamo sbagliato vari tiri liberi, però abbiamo giocato una buona pallacanestro per lunghi tratti costruendo tanti tiri con i piedi per terra”.
Fonte: Domenico Moro