Alessandro Barenghi, l’equipment manager dell’Olimpia, si preoccupa di tenere sempre in ordine e funzionale il luogo più sacro che esista nello sport: lo spogliatoio. Quello dell’Olimpia, da quest’anno, ha un significato doppio perché è al tempo stesso lo spogliatoio dell’allenamento e quello delle partite, quello del pregara e quello dell’intervallo, quello dei post-partita felici oppure tristi.
Ogni giocatore ha il suo angolo personale, tutti sono disposti su due lati, uno lungo e un corto. Su un tavolo, a destra rispetto all’ingresso, ci sono gli snack e il cronometro che scandisce i secondi che separano dalla palla a due, su un altro lato ci sono appese le classifiche aggiornate e un monitor piazzato in mezzo al locale diffonde le immagini della squadra avversaria. Questo succede prima di ogni partita. L’appuntamento per i giocatori è sempre 90 minuti prima della palla a due, ma ogni giocatore ha la sua routine, c’è chi viene molto prima, chi esattamente a un’ora e mezzo dalla battaglia. Ci sono giocatori che approcciano la partita in sala pesi, altri nella saletta delle terapie, sotto le cure dei fisioterapisti, che sono tre, Alessandro Colombo, Claudio Lomma e Marco Monzoni. Alcuni consumano un veloce snack nella “food room” costruita quest’anno sotto la supervisione del responsabile del “Performance Team” Roberto Oggioni e del nutrizionista che collabora con il club, Fabrizio Spataro. In questa sala i giocatori consumano sempre il pasto post allenamento, tarato sulle esigenze di ognuno di loro. Da questo punto di vista ogni giocatore è un’isola con le sue regole.
Anche il luogo del riscaldamento può cambiare. Non tutti vanno in arena, alcuni preferiscono la comfort-zone, la privacy, del campo di allenamento, quello di tutti i giorni. Succede anche quando la squadra svolge il rituale “walk-through” la mattina della gara. Normalmente, l’Olimpia si allena sul campo principale il giorno prima della partita per prendere confidenza con i punti di riferimento, le luci. Ma non sempre è disponibile. Il Mediolanum Forum è in grado di organizzare un concerto una sera e mettere il campo a disposizione delle squadre la mattina della gara.
Gli assistenti Marco Esposito e Stefano Bizzozero gestiscono la routine di ogni giocatore sul campo, almeno per la parte strettamente tecnica. Alcuni giocatori seguono un percorso lungo, ad esempio Michael Roll che parte con tiri ravvicinati e poi si allontana per finire con una serie di tiri da tre che mimano il movimento “a memoria” eseguito in uscita dai blocchi. Altri lavorano sui movimenti classici del loro gioco, come Kaleb Tarczewski con i suoi gancetti. L’aspetto fisico è curato da Giustino Danesi: Arturas Gudaitis presta grande attenzione a questa fase del pregara. Così Luis Scola.
Per andare in arena, i giocatori percorrono una scalinata che porta direttamente sul campo di gioco. I ragazzi rientrano in spogliatoio a 40 minuti dalla palla a due, il discorso dell’allenatore si tiene a circa 35 minuti e in campo si va a mezz’ora dall’inizio. Il riscaldamento, dall’esterno, può sembrare improvvisato, in realtà è pianificato dal preparatore atletico Giustino Danesi al minuto se non al secondo. E anche qui ognuno ha la propria routine. Vlado Micov è sempre il primo ad uscire dallo spogliatoio, Amedeo Della Valle è sempre l’ultimo, dopodiché esegue il giro di tutti i compagni e membri dello staff dicendo ad alta voce “Sono l’ultimo, sono l’ultimo”. Kaleb Tarczewski ritorna in spogliatoio a circa 11 minuti, abbandonando brevemente il riscaldamento per l’ultima visita in bagno.
Quando la squadra sale dalla scalinata che conduce dallo spogliatoio al campo, di norma si arresta sulla porta d’ingresso. Lì tutte le braccia si uniscono e si scandisce il mantra che accompagna il gruppo, il classico “Insieme”, rigorosamente in italiano. Andrea Cinciarini, il Capitano, guida il gruppo per attivare la procedura pre-gara. In casa è un privilegio, in trasferta un supplizio. Poi è tempo di fare sul serio.
FONTE: Ufficio Stampa Olimpia Milano