Per questa dodicesima giornata di campionato, che coincide con le feste dell’Immacolata Concezione, il campo scelto dalla Rai per trasmettere il consueto posticipo domenicale è stato il Palazzo dello Sport di Roma, che ospiterà il match Virtus Roma-Allianz Trieste .
L’orario della partita, che di norma si sarebbe dovuta disputare alle 20.45, è slittato di quindici minuti a causa di esigenze televisive (Coppa del Mondo di Sci), e perciò la palla a due sarà alzata dal primo arbitro Tolga Sahin alle 21.
In settimana, Claudio Toti, numero uno del club capitolino, ha espresso il suo disappunto al Corriere dello Sport:
«Purtroppo una città come Roma soffre particolarmente le partite della domenica sera, è un dato di fatto oggettivo. Stiamo cercando di avvicinare i giovani alla pallacanestro e alla Virtus, cerchiamo di lavorare sul territorio, sulle scuole e sulle società sportive. Giocare la sera della domenica certo non aiuta questo processo […]. L’immediata conseguenza è un danno anche in termini economici, come dimostrato dalla gara con Pesaro: parliamo di una differenza di 1500- 2000 unità rispetto alla nostra media stagionale. E un peccato, stiamo facendo molto da questo punto di vista e certamente questo calendario con molti posticipi non ci aiuta».
In molti, nella Capitale e non, sono rimasti estremamente stupiti di queste lamentele, considerate esagerate. Questa cosa non vale per le altre squadre? Che sarebbe cambiato se la partita fosse rimasta alle 20.45?
Di questo tipo sono state le reazioni social alle parole dell’ingegnere romano. Reazioni comprensibili, va ammesso. Ma siamo sicuri che Claudio Toti si sia lamentato esclusivamente dei quindici minuti di “ritardo”?
Non proprio. Certo, c’è da dare ragione ad alcune critiche degli appassionati della palla a spicchi: un posticipo di un quarto d’ora è un fattore quasi ininfluente per quanto riguarda il dato degli spettatori. Siamo certi che, in caso di orario regolare, il PalaEur non sarebbe stato gremito, ed il numero dei biglietti strappati sarebbe aumentato di un numero irrilevante. Ma perché la società ha protestato in questo modo?
Facciamo un passo indietro. Più di 11 anni fa, nella stagione 2007/2008, la Virtus Roma disputava la seconda la finale scudetto della sua storia, contro la Mens Sana Siena. Tanto era l’entusiasmo in città e i risultati della squadra di coach Repesa avevano portato al palazzo anche chi la pallacanestro non la conosceva proprio benissimo. Risultato: Palalottomatica (noto così al tempo per ragioni di sponsorizzazione) esaurito.
Dopo quella stagione (terminata con una sconfitta in finale per 4-1), il seguito di Roma per la Virtus è sceso sempre di più, con la scadenza della licenza triennale dell’Eurolega e l’allestimento di roster non paragonabile a quello della stagione 07/08 . Anche la possibilità economica di Claudio Toti andava calando, a tal punto che nell’estate del 2012 l’iscrizione al campionato era in dubbio. Ma proprio quell’annata con tanti dubbi e problemi si rivelò forse la stagione più sorprendemente positiva per la storia della Virtus Roma. Nuova finale scudetto, ma questa volta giocata al PalaTiziano per scelta del presidente. Finale persa, rinuncia all’Eurolega e nessun aiuto da imprenditori esterni. Seguono altre due stagioni di A (una ottima,l’altra meno) e poi il tonfo: il club si autoretrocede in A2 .
Ed è proprio qui che si voleva arrivare: molti, moltissimi affezionati alla Virtus Roma si sentono umiliati, e da quel momento decidono di non entrare mai più al PalaTiziano o PalaEur che sia, finchè Claudio Toti non sarebbe uscito dalla proprietà del club. E tanta gente non ha cambiato idea nemmeno in seguito alla promozione dello scorso anno. Chi vedeva giocare i Bodiroga, i Myers e gli Hawkins ora la domenica fa altro.
Per questo ora serve il ricambio generazionale, bisogna far affezionare i ragazzi delle scuole (basket e non) alla Virtus, urge fidelizzare il piccolo pubblico. Quest’estate con l’arrivo del direttore Marketing Nicola Tolomei è iniziato un progetto, chiamato “Virtus With Us” che con vantaggiosi sconti per le società sportive vuole avvicinare i bambini alla Virtus Roma.
E la scelta della Rai per il posticipo serale non ha avvantaggiato molto questo progetto: infatti, la Virtus Roma in queste ultime uscite casalinghe, oltre che nelle prossime, ha giocato e giocherà 3 volte su 4 la domenica sera (contro Pesaro, Trieste questa domenica e Brescia il 22) , mentre la partita con Treviso è iniziata alle 19.30, orario comunque tardivo.
Come già detto dalla Virtus, un match giocato alle 20.30 (o alle 21) di domenica sera non permette a molti bambini di andare alla partita, e ciò naturalmente comporta una riduzione notevole di incassi.
Tirando le somme , questa è una dichiarazione che la società della Virtus poteva risparmiarsi, ma che tutto sommato ha uno sfondo di verità. Serve equilibrio nell’assegnare gli orari, il fatto che una squadra giochi la domenica sera 3 volte su 4 è anomalo, oltre che ingiusto.
Marco Fasano