Sulla situazione del basket italiano in seguito allo stop imposto dalla pandemia da COVID-19 è intervenuto anche Mario Simeoli, intervistato da Cronache di Caserta. L’ex centro di Juvecaserta, Reggio Calabria e Livorno ha definito come inevitabile la scelta della Fip di interrompere definitivamente la stagione.
“Il nostro basket già non stava attraversando un grande momento; l’emergenza legata al coronavirus, chiaramente, non ha fatto che peggiorare le cose” – spiega il classe 1957 – “L’interruzione delle attività a tutti i livelli da parte della Fip è stata una decisione inevitabile, dato che la situazione si è fatta subito drammatica. D’altra parte, però, tutto ciò porta tanti scompensi negativi alle varie società di basket. Una situazione economica generale molto complicata, che con impegno dovrà essere affrontata per migliorare le cose“.
Simeoli analizza poi quello che potrebbe essere lo scenario per la Serie A: “A mio modo di vedere, il massimo campionato dovrebbe fare storia a sé come tesseramento dei giocatori e loro provenienza. Per quanto riguarda la composizione, vedo una Serie A con 14/15 squadre, puntando solo su chi ha effettiva solidità“.
Il focus poi passa sugli altri campionati, dalla A2 a scendere: “In A2 penso ci sia la necessità di continuare a dare molto spazio agli italiani, ricorrendo magari ad un solo straniero; la Serie B, invece, credo dovrebbe continuare con lo stesso meccanismo” – conclude Simeoli – “Per quanto riguarda la Serie C, continuo a non comprendere le formule per i campionati. Sia per la Gold che per la Silver continuo a vedere squadre zeppe di stranieri e questa cosa per me ha poca logica“.