Fabio Volpato, head coach del Basket Mestre, società quest’anno nel Girone B di Serie B, è stato nuovamente ospite della redazione di Tuttobasket.net, per parlare di basket ed attualità, con il focus sul lavoro suo e della sua squadra in vista della prossima stagione, senza dimenticare gli sforzi che tutti stanno facendo per consentire allo sport di poter riprendere e lasciarsi alle spalle la pandemia.
Cominciamo Fabio. Come procede il lavoro di programmazione della prossima stagione?
“Per quello che percepisco e so, la società sta lavorando duramente per fare in modo di arrivare ai nastri di partenza, dal punto di vista economico, con le ‘sostanze’ necessarie. Ragion per cui, guardando al quadro venuto fuori dalla burrasca che abbiamo vissuto, sta cercando di mettere a posto le collaborazioni economico-finanziarie attive con i vari sponsor e via dicendo. Vedo anche una buona dose di fiducia, ragionevole comunque rispetto ad una situazione che sicuramente è mutata e che spinge a rimodellare le disponibilità. Ho la convinzione che ci siano tutte le capacità per individuare la strada giusta per essere presenti al meglio al via della prossima stagione“.
Cosa mi dici del mercato? Quali idee pensate di poter sviluppare nella costruzione del roster 2020/21?
“Questo aspetto, sinceramente, viene dopo il lavoro che la società, come detto, sta compiendo per avere tutte le garanzie e il sostentamento per confermare la Serie B. Detto ciò, per me è fondamentale ed obbligatorio trovare le combinazioni con gran parte dell’ossatura della scorsa stagione, anche di giocatori cresciuti nella C Gold e che hanno dimostrato di poterci stare in Serie B. Vedo attenzione e disponibilità in questo sia da parte della società che dei giocatori. Non conosco le situazioni specifiche e non voglio addentrarmi in questo campo però, da quel che percepisco, la società vuole ripartire da questa base, per capire se e quali aggiustamenti andranno fatti per mantenere competitivo il roster“.
Soprattutto in una fase di difficoltà come questo, avere alle spalle un settore giovanile solido e ben strutturato fa sicuramente comodo. Sei d’accordo?
“Lo ritengo vitale, soprattutto se per solido intendiamo da un lato l’aspetto quantitativo delle risorse a disposizione e dall’altro quello qualitativo, in particolare in termini di lavoro degli allenatori. Con questo voglio dire che avere un buon settore giovanile si traduce nel garantirsi ciclicamente dei giocatori che possono anche diventare importanti, ma soprattutto ti permettono di creare un’economia virtuosa, che aiuta nello sviluppo della società e nella programmazione del futuro. Mestre, sotto questo punto di vista, si sta impegnando molto e tiene il settore giovanile in grande considerazione, nell’ottica di impostare un discorso a lungo termine e, chiaramente, basato sulla qualità del lavoro, con grande impegno ed attenzione da parte di tutti, dagli allenatori a coloro i quali si occupano del reclutamento“.
Nella nostra ultima intervista non sei stato molto tenero con i vertici della pallacanestro e dello sport italiani per come stavano gestendo la crisi. A distanza di un mese o poco più, è cambiato qualcosa nel tuo pensiero?
“Non è cambiato granché, a dirla tutta. Nell’ultimo periodo siamo tornati a camminare e c’è voglia di ripartire, lo si nota dappertutto; dall’altro lato, però, si nota anche qualche segnale negativo, di disperazione, che non fa per nulla bene al movimento. Mi riferisco in particolare alle società che, presto o tardi, stanno mandando segnali di difficoltà. Secondo il mio punto di vista, non bisogna assolutamente far finta di niente. Detto ciò, resto ancora perplesso dal fatto che, dinanzi ad un settore in difficoltà come il nostro, e ce ne sono altri nella stessa situazione, non ci sia ancora l’attenzione del CONI, assieme ovviamente al governo, nel capire che bisogna defiscalizzare gli impegni delle aziende nei riguardi delle società con le sponsorizzazioni. È una situazione assurda, della quale non mi capacito. Con questa mossa si potrebbe salvare il salvabile, aiutando le società a non scomparire e, più in generale, tutto il movimento“.
A breve dovrebbe ripartire anche lo sport amatoriale. Sta creando tante polemiche l’ordinanza 72/2020 della Regione Abruzzo che, disponendo sul tema, prevede regole a dir poco ‘particolari’. Per il basket, ad esempio, l’obbligo di giocare con i guanti. Che ne pensi?
“A mio parere c’è una regolamentazione troppo articolata da parte di chi non sembra avere ben chiaro di cosa si stia parlando. Nel momento in cui ho preso tutte le precauzioni del caso poi, secondo me, bisogna giocare come si è sempre fatto. Una grande prevenzione dev’esserci appunto prima, attuando poi, nel caso delle società, una deresponsabilizzazione di presidenti e dirigenti, spalmandola su tutti, al netto della circostanza che tutto quello che si doveva sia stato fatto. Non ha senso mettere in croce un presidente o un dirigente. Cosa abbiamo imparato dalla brutta esperienza che abbiamo vissuto e che, pur se in modo minore, stiamo ancora vivendo? Che abbiamo capito come agire, abbiamo migliorato la sanità ed adottato misure di prevenzione; se poi qualcuno si ammala, a lui ci pensa il sistema sanitario. A meno che non ci siano negligenze, non ha proprio senso parlare di responsabilità oggettive.
Noi non abbiamo ripreso gli allenamenti di squadra. Su richiesta dei giocatori, però, abbiamo riaperto la palestra e messo a disposizione una turnazione di dirigenti, chiamati ‘covid manager’, che accolgono i ragazzi quattro alla volta, misurandogli la febbre; ancora, i palloni vengono sanificati prima e dopo il loro utilizzo. Per un periodo dovremo rispettare queste precauzioni, senza però scadere in inutili e soprattutto costosi eccessi, ben poco logici anche guardando a quella che è la realtà che ci circonda. In palestra accettiamo 20 persone, non 50; dirigenti e staff stanno con le mascherine, mentre i giocatori che si allenano e giocano no; e bisognerà accettare il fatto che, se un ragazzo ha qualche linea di febbre o qualche malessere, se ne torni a casa e non si alleni per un determinato periodo. Nulla di più. Dobbiamo evitare di complicare troppo una cosa sostanzialmente facile“.
L’NBA ripartirà il prossimo 31 luglio, con l’ormai famosa ‘bolla’ di Disney World, ad Orlando, nella quale verranno
“La trovo interessante, in quanto da un lato c’è l’impegno nel provare a portare a termine la stagione, e dall’altro, contestualmente, quello di salvaguardare un ambiente e gli uomini delle squadre e della Lega che dovranno starci per un certo periodo di tempo. Sono convinto che prenderanno tutte le precauzioni del caso. Probabilmente loro si sono dimostrati più audaci di noi ma, nel complesso ripeto, la trovo un’idea molto interessante“.
Collegandoci a questo, di recente in Italia si sono levate non poche critiche sull’operato della Fip, tacciata di aver dichiarato conclusi i campionati con troppa fretta.
“Per quanto riguarda la Lega di Serie A sono d’accordo. Più in generale, penso che anche per la Serie A2 si poteva aspettare un po’ di più e preparare progetti di ripartenza sostenibili, appunto come ha fatto l’NBA. Non voglio assolutamente sminuire il problema del Coronavirus, per carità. Però credo che con un po’ d’impegno in più e una responsabilizzazione maggiormente condivisa, una location unica e anche un aiuto dal CONI, si poteva provare anche da noi a concludere la stagione. Come tanti, avrei seguito tutto con molta curiosità“.
Si ringrazia per la consueta disponibilità e cortesia Fabio Volpato e la società Basket Mestre.