Il Meta Formia Basketball è una delle grandi protagoniste della competitiva Serie C Gold Lazio. Reduce dalla netta affermazione casalinga contro la capolista Grottaferrata, la compagine formiana occupa attualmente il 2° posto in classifica e sarà sicuramente fino alla fine tra quelle che si giocheranno l’ambita promozione in Serie B. Per Tuttobasket.net, abbiamo avuto il piacere di confrontarci con coach Gianni Di Rocco.
Cominciamo dall’attualità e dalla grande vittoria ottenuta domenica contro la capolista Grottaferrata. Qual’è il vostro pensiero sulla partita?
“E’ stata una bellissima serata sotto tutti gli aspetti, per la pallacanestro in generale e per il pubblico, con un PalaFabiani pieno, senza dimenticare chiaramente il risultato. E’ andato tutto bene. Abbiamo disputato una partita solida, chirurgica, portando a casa una vittoria significativa, dato che la sfida d’andata ci era sfuggita nel finale di due punti (84-82), dopo averla condotta per tutto il tempo. Avevamo una gran voglia di batterli a casa nostra, e ci siamo riusciti. La vittoria per 72-58 ci ha anche consentito di portare a nostro favore lo scontro diretto anche se, vista la situazione della classifica in questo momento, mi fa pensare che sia difficile poter insidiare il primo posto di Grottaferrata. Sei punti sono tanti, e purtroppo paghiamo un paio di strafalcioni, come quelli con la Virtus Aprilia in casa e con l’Alfa Omega in trasferta. Sarà dura riacciuffarli ma, mancando ancora 10 partite, qualora si presentasse l’occasione, abbiamo questo fattore a favore“.
In classifica, Formia vanta 28 punti, frutto di 14 vittorie in 20 partite disputate. Come giudica finora l’annata della squadra?
“Io penso di essere fortunato, allenando un buon gruppo. Sono orgoglioso dei miei giocatori e di quello che hanno fatto finora poiché, al di là dei programmi e dei progetti di inizio stagione, le partite bisogna giocarle di weekend in weekend nei palazzetti. Quello che si proclama in Agosto non è facile vederlo realizzato a Novembre o Dicembre. Noi ci stiamo riuscendo e ne sono soddisfatto. Nello sport, si mette insieme un roster, provando a comporlo con giocatori secondo una logica ben precisa, dandoti dei progetti e provando a raggiungere degli obiettivi secondo una tabella di marcia. Ma sulla tua strada ci sono gli avversari, lo stato di forma della squadra, gli infortuni da gestire. Tutti aspetti sfuggenti… Noi, con grande soddisfazione, siamo secondi in classifica, rispettando il nostro obiettivo, ovvero stare in zona Playoff, con i ragazzi che si sono comportati bene“.
Il vostro roster comprende gente forte e talentuosa come i vari Porfido, Perez, Rodriguez e Coronini. Gente importante, che sa tenere medie di alto livello. Avere giocatori del genere a disposizione facilita il compito del coach o potrebbe anche creare qualche problemino di gestione del gruppo?
“Facilita assolutamente. Io credo che, negli sport di squadra, l’allenatore nel bene o nel male incida per il 15-20%. Il proscenio è tutto dei giocatori. Se ne hai di bravi hai buoni risultati, mentre se ne hai di meno bravi è tutto più complicato. E’ banale dirlo, ma è meglio avere un gruppo ricco di giocatori bravi e, casomai, complicati da controllare, piuttosto che un gruppo di giocatori con meno talento ma più facilmente gestibili. Ben vengano quindi anche giocatori con grandi personalità, con grandi doti di leadership, dato che queste cose ti garantiscono delle plusvalenze, soprattutto nelle fasi decisive.
E’ nella storia dello sport che i campionati si vincono anche con giocatori fuori dagli schemi, magari senza grande disciplina. Faccio un esempio calcistico, con il Napoli di Maradona. Il ‘povero’ Ottavio Bianchi impazziva per stare dietro a quel gruppo, capitanato da Maradona. Ma quando si andava in campo c’era solo da divertirsi. Il connubio disciplina-risultato non esclude a priori l’elemento della leggerezza. La disciplina è nell’applicazione, nella fatica, nel lavoro e nel sacrificio; però qualche comportamento sporadico sopra le righe non va colpevolizzato per forza e collegato con la performance. Bisogna avere una capacità di mescolare rigore ed applicazione con qualcosa di più leggero.
Ciò conta in particolare ai nostri livelli, dove non siamo né del tutto dilettanti né del tutto professionisti. A roster abbiamo ragazzi che studiano e vanno all’università e, in contemporanea, professionisti veri tipo Perez, proveniente dalla Spagna. Saper combinare gli aspetti elencati, regole e un pò di leggerezza, è compito dell’allenatore e al giorno d’oggi è fondamentale“.
La C Gold Lazio è un campionato molto competitivo, poiché oltre al Grottaferrata e a voi annovera compagini attrezzate come il San Paolo Ostiense e il Frassati Ciampino. L’obiettivo per il Meta, è palese, è quello di giocarsi la promozione. Come pensa di impostare il lavoro da qui a fine stagione?
“Noi siamo una società giovane come Meta Formia Basketball, con appena 7 anni di vita; benché derivi da una società più vecchia, il Coccodrillo Formia, che io e mia moglie fondammo vent’anni fa. Ragion per cui siamo una società che ha bruciato le tappe, vincendo campionati sin dalla Promozione e, anche una volta giunti a questo punto, ci siamo confermati sempre a livelli di eccellenza. Come dici, non ci nascondiamo, vogliamo arrivare ai Playoff nelle migliori condizioni possibili, per poi giocarci tutte le nostre le nostre chance. Sarebbe da ipocriti affermare il contrario ed essere scaramantici.
E’ altrettanto vero che la competizione è tanta ed agguerrita. Il campionato è molto equilibrato, con domeniche dove puoi perdere con tutti. Io porto l’esempio della C Gold Campania, dove ci sono 4-5 squadre estremamente competitive. Noi abbiamo giocato un paio di amichevoli con la Partenope, perdendole entrambe e constatandone il grande spessore. Poi però ho visto che ci sono partite che finiscono con gap di 50 o più punti, segno probabilmente che le altre, dal quinto posto in giù, sono di un livello più basso. Nella C Gold Lazio è diverso e anche le squadre intorno al 10°-11° posto possono crearti enormi problemi.
In questi ultimi due mesi, credo imposteremo una ‘politica’ un pò più conservativa. Dobbiamo primariamente stare attenti agli infortuni, che sono uno spettro che tutti temono. In questo momento abbiamo in infermeria, almeno per tre settimane, Rodriguez, il nostro capitano e giocatore simbolo, con noi da sei anni. L’obiettivo è arrivare ai Playoff nella miglior posizione possibile, per poi accelerare a Maggio. Oltre a lavorare con attenzione, soprattutto dal punto di vista fisico, gestendo i minutaggi partita permettendo, non credo ci siano altri segreti.
Ripeto, sarà importantissimo giungere preparati per quando giungerà il caldo, anche perché ci sarà da caricare dal punto di vista degli allenamenti, e il rischio di arrivare scarichi è alto. Faccio l’esempio di Coronini, un giocatore di 33 anni: se lo spremo in questo periodo, casomai per racimolare due punti in più, poi va a finire che me lo ritrovo ‘prosciugato’ quando conterà davvero. Per carità, uno scende in campo per vincerle tutte; ma dall’alto della nostra posizione, con già 14 vittorie, diciamo che nelle ultime 10 potrebbe anche starci qualche sconfitta. Nella fase finale di stagione tutti, bene o male, giocano con il coltello tra i denti e le partite si complicano ulteriormente.
Ciò vale in particolare quando giochi contro le squadre della parte bassa della classifica, come Sora, Aprilia, Pass Roma e le altre. Io lo chiamo ‘stress da obbligo’, dato che è ben più facile trovare motivazioni contro squadre di pari livello, piuttosto che in sfide nelle quali, inconsciamente, un pò l’avversario lo sottovaluti, nonostante tutte le precauzioni del caso che un allenatore possa prendere. Al nostro livello non è facile trovare una squadra con un istinto killer, tipo la Juventus nella Serie A di calcio. Il mio motto, che provo a trasmettere ai miei ragazzi, è sempre ‘Grandi con le grandi, spietati con le piccole’. Ciò però è facile a dirsi, più difficile a farsi“.
Coach Di Rocco, in conclusione, si lascia andare ad un paio di riflessioni critiche, concernenti in ambito più generale il campionato della C Gold Lazio. A partire dai rinvii di alcune partite: “Stiamo vivendo una situazione particolare, dato che la Federbasket sta concedendo da inizio anno troppi spostamenti di partite. Ciò porta, a mio modo di vedere, degli elementi di irregolarità in un campionato comunque di alto livello. Invece abbiamo avuto anche casi di partite non recuperate nel termine perentorio di 15 giorni previsto dalle carte federali, e tutto ciò ha gettato delle ombre sul regolare svolgimento del campionato“.
Altro aspetto sul quale il coach della Meta Formia pone l’accento è la possibilità di avere, in questa fase conclusiva di regular season, coppie di arbitri fisse da designare per le partite più importanti di ogni giornata. “Io premetto che il gruppo arbitri laziale è un buon gruppo, e non trovo motivi per lamentarmi degli arbitraggi che abbiamo avuto” – spiega Di Rocco – “A mio modo di vedere, però, il fatto che il designatore continui ogni domenica a cambiare le coppie contribuisce ad abbassare il livello degli arbitraggi. Per ogni giornata, da qui alla fine, sia in chiave Playoff che in chiave Playout, ci sono almeno tre o quattro partite che spiccano come importanza sulle restanti“.
“Queste partite più importanti non vanno gestite da coppie casuali, ma dai migliori otto arbitri tra quelli disponibili. Il continuo ‘turnover’ da parte del designatore impedisce di creare tra due arbitri l’affiatamento e il feeling giusto” – conclude Di Rocco – “Domenica, nel big match contro Grottaferrata, abbiamo avuto due arbitri di grande livello. Questo però perché era la partita tra seconda e prima in classifica. A me piacerebbe che, nella fase decisiva del campionato, per le partite dai contenuti più importanti, ciò diventi una consuetudine. Anche perché aiuterebbe gli arbitri stessi a migliorare e ad essere più efficaci nella conduzione delle partite stesse“.
Ringraziamo il Formia Basketball e coach Di Rocco per la disponibilità e la collaborazione.