Ecco le parole, a cura dei rispettivi uffici stampa, dei coach dell’Olimpia Milano e della Bertram Tortona dopo la finale che ha incoronato i lombardi vincitori della Coppa Italia per la seconda stagione consecutiva.
ETTORE MESSINA (Coach AX Armani Exchange Olimpia Milano): “È stata una Coppa molto dura perché abbiamo giocato la prima gara contro Sassari che ha potenzialità indubbie e infine abbiamo sudato molto contro le due rivelazioni, due squadre allenate da due giovani allenatori che stanno facendo bene e sono un’iniezione di fiducia per tutta la nostra categoria. La partita è stata decisa una volta di più dalla nostra difesa perché loro qui stavano segnando più di 90 punti per gara e hanno giocatori che, se gli lasci un metro, fanno canestro. Invece gli abbiamo tolto gran parte dei tiri migliori. Nel primo tempo abbiamo concesso troppi rimbalzi offensivi e poi commesso qualche sciocchezza come un fallo su tiro da tre. Nel secondo tempo siamo partiti male in attacco ma poi abbiamo costruito buoni tiri, mosso la palla. Quando le percentuali sono salite abbiano fatto il break decisivo. Sono contento di aver giocato così davanti al sig. Armani e Leo Dell’Orco. Questo ci darà fiducia per andare avanti. Non eravamo cretini quando abbiamo perso in Supercoppa e non siamo campioni del mondo ora ma siamo solidi e recupereremo Shields e Mitoglou. Dovremo riequilibrare la squadra ma se miglioriamo anche un cinque percento sarà un passo avanti importante. Siamo stati fedeli a noi stessi muovendo la palla e difendendo. Ringrazio i miei quattro assistenti che sono un aiuto enorme per me sia dal punto di vista tecnico che psicologico e organizzativo: a loro devo molto. Ho detto alla squadra che dobbiamo ritenerci fortunati di giocare una finale, io ogni volta penso che potrebbe essere l’ultima. Ho avuto la fortuna grazie alle squadre allenate di giocarne tantissime. Dopo 30 anni essere qui e vincere un trofeo rappresenta ancora una soddisfazione enorme. Ci mettiamo addosso molta responsabilità, qui abbiamo giocatori che hanno vinto l’Eurolega tante volte e non accettano di perdere. Prima che ce lo dicano gli altri siamo già noi che vogliamo vincere e quando abbiamo vinto siamo stati sempre felici perché vogliamo farlo e se non succede non siamo contenti. Qui sappiamo che vincere è un sollievo ma perché a qualche livello sentiamo di dover vincere. Abbiamo davanti un periodo con 4 trasferte su 6 in Eurolega, ricominciamo a giocare ogni due giorni ma aver vinto è importante perché ci da conferma della validità di un percorso. Dopo l’infortunio di Shields, dopo quello di Mitoglou ci siamo guardati in faccia preoccupati: pensavamo che avremmo avuto enormi problemi giocando senza il nostro All-Star e invece abbiamo vinto sei gare su sette in Eurolega. Gli altri ragazzi a cominciare da Bentil ci hanno aiutato ma Shields e Dinos hanno atletismo e mentalità per difendere e per darci più qualità e versatilità in attacco”.
MARCO RAMONDINO (Coach Bertram Derthona Basket Tortona): ʺDoverosi e meritatissimi complimenti a Milano, al coaching staff e ai giocatori per avere conquistato la Coppa Italia, controllando la partita dall’inizio alla fine. Nell’arco della manifestazione l’AX Armani Exchange ha meritato il trofeo. Le nostre prestazioni nel torneo sono state buone sia dal punto di vista tecnico sia caratteriale nei primi due giorni, oggi abbiamo dato tutto come gruppo ma non è stato sufficiente contro Milano. Confrontarsi contro grandi allenatori e giocatori deve essere da stimolo per provare a migliorare. Ettore Messina è un allenatore che finirà nella Hall of Fame di Springfield e per i coach della mia generazione è un modello sotto tutti i punti di vista: c’è grande ammirazione per quello che è, ha fatto e farà per la pallacanestro. Per il tipo di squadra che siamo, è difficile estrapolare un singolo giocatore dal contesto: si percepisce una collaborazione tra i giocatori e l’assecondare i comportamenti che permettono a tutti di esprimersi. La cosa più positiva della Coppa Italia è la percezione di come andiamo via e di dove possiamo migliorare. In ottica campionato questo torneo può essere più pericoloso che positivo semplicemente da un punto di vista extra tecnico: avere raggiunto la finale alza l’asticella su di noi ed essendo neopromossi dobbiamo renderci contro del livello a cui siamo. Evitiamo la trappola di alzare le aspettative solo se torniamo in palestra con l’idea che quello che è stato fatto è tanto ma si può crescereʺ.