Dopo aver superato quota 300 presenze in Nazionale – giovanili comprese -, Gigi Datome è stato intervistato da Piero Guerrini su “Tuttosport” parlando di questo gruppo Azzurro: ”Per me c’è il consueto piacere di passare l’estate in azzurro in un gruppo unito: i problemi sono quelli soliti: essere sottotaglia in diverse posizioni e cercheremo di colmarli giocando in modo atipico. Intorno vedo solo felicità per essere in Nazionale”.

Il gruppo sarà però privo di Gallinari nell’imminente EuroBasket: “A me spiace soprattutto per lui. Un Europeo non è che aggiungesse nulla alla sua carriera, ma Danilo ci teneva tantissimo, per di più in casa. Ci viene a mancare un giocatore di riferimento, s’è visto quanto sposti gli equilibri. Ognuno di noi dovrà dare qualcosa in più”.

Un parere anche sull’esplosione di Fontecchio: “Simone dimostra di essere un giocatore di livello assoluto. Da quel poco che ho vissuto e capito, nella Nba dipende però anche da dove finisci e dalle opportunità. Vedere un italiano giocare a quel livello mi spinge a tifare ancora di più”.

Se dovesse scegliere una canzone per quest’Europeo quale sceglierebbe? “Dopo l’infortunio del Gallo è Don’t stop believin’. Vorrei ribadire che quella sera è stata speciale, una delle più belle della mia vita. Il basket per me è stato diverso, se raggiungo un risultato è dopo un grande lavoro. Lì mi sono ritrovato senza alcun motivo, solo grazie all’amicizia con la figlia di Patti Smith anche per questioni legate all’impegno civile. Un’emozione incredibile”.

Anche la stagione con l’Olimpia Milano è alle porte: “Intanto mi piace molto com’è stata costruita la squadra e mi sono complimentato con Messina e Stavropoulos perché hanno centrato sempre l’obiettivo n. 1 in ogni settore in cui volevano cambiare. Mi aspetto di puntare a vincere in ogni competizione, che in Eurolega ce la si possa giocare con tutti come nelle ultime stagioni. Poi sappiamo che il risultato dipenderà dalla condizione nel momento chiave”.

Ora che sta per compiere i 35 anni d’età, Datome pensa già al post-carriera: “Un po’ di più e però mettendomi ancora più dubbi in testa. Dopodiché sono fatalista, giocherò fino a quando mi divertirò e fisicamente ce la farò. Poi vedremo, sono convinto che troverò una strada. Nel basket? Non allenatore, perché si è ancora più dedicati, finito l’allenamento o la partita la testa resta lì. Però ho visto e vissuto talmente tanto basket di alto livello e in posti diversi che credo di poter dare un contributo con la mia esperienza”.

 

Comunicato a cura di: Sito Ufficiale Lega Basket Serie A