Dopo l’ottima esperienza brindisina, Riccardo Moraschini sta vivendo la sua prima annata con la maglia dell’Olimpia Milano. Se in campionato il nativo di Cento non sta faticando nel trovare spazio (5.4 punti, 2.9 rimbalzi e 1.2 assist di media, in 21.1 minuti spalmati su 17 presenze), anche in EuroLeague il 29enne s’è fatto trovare pronto quando chiamato in causa da coach Messina (4.0 punti, 2.3 rimbalzi e 1.0 assist in 15.1 minuti e 13 presenze totali).
In questa fase di pausa forzata della stagione, quantomeno per quel che riguarda la Serie A, Moraschini ha rilasciato un’intervista a Repubblica-Milano, della quale riportiamo qualche estratto. Si parte con un giudizio sulla squadra, respingendo le tante critiche che spesso sono state rivolte all’Olimpia: “Tutto ciò succede perché nell’immaginario collettivo c’è l’idea che Milano, essendo la squadra che investe di più, debba per forza dominare. Ma nello sport non funziona così“.
“Facendo parte di questo roster e vivendolo ora dall’interno, posso dire che, rispetto al recente passato, c’è una mentalità diversa. Lottiamo sempre e, anche quando abbiamo perso, abbiamo sempre dato tutto, recuperando parziali negativi“, spiega Moraschini, che poi parla della sua carriera: “Nulla è stato facile per me, ma ho sempre dato il massimo per migliorare ed arrivare dove sono ora, per arrivare a giocare in EuroLeague. Nel tempo ho capito che, per crescere e raggiungere i miei obiettivi, era meglio giocare, imparare ed anche sbagliare molto in A2, piuttosto che non avere continuità in Serie A“.
Non poteva ovviamente mancare la domanda su quello che è diventato un vero spauracchio, non solo per lo sport ma per tutta la società in generale: “Il coronavirus? C’è dell’apprensione. A me fa impressione vedere una città viva come Milano vuota come negli ultimi giorni. Allo stesso modo, sarà strano giocare per la prima volta in carriera in palazzetti con le tribune completamente deserte“.