“Davide Alviti è un giocatore che è cresciuto tanto negli ultimi due anni fino a diventare uno dei migliori italiani dell’ultima stagione e ad ottenere la convocazione in Nazionale. Fin dal primo giorno ho sostenuto la necessità di avere buoni italiani in squadra. Abbiamo grande fiducia in Alviti”, così il general manager Christos Stavropoulos presenta la 25enne ala di Alatri. “Sono emozionato, soprattutto adesso vedendo il mio nome sulla maglia, è un onore far parte di questo grande club, ma è una sensazione che ho percepito fin dal primo momento”, dice Alviti nel giorno della sua presentazione.
Sulle prospettive – “Non mi sono mai posto obiettivi a lunga scadenza, ho sempre cercato di andare avanti un passo alla volta, cercando di migliorarmi un poco ogni anno. Ci sono stati più momenti difficili che facili, ma nulla nella vita è facile. Noi siamo fortunati, giochiamo a basket, per tutti è una passione, per qualcuno è un’ossessione. Quando ho ricevuto la chiamata dell’Olimpia ho impiegato due o tre giorni a riprendermi, a cercare di capire cosa stesse succedendo davvero. E’ una soddisfazione che dedico alla mia famiglia, mi sono sempre stati tutti vicini, so che lo saranno sempre”.
Il paragone con Datome – “Gigi è sempre stato il mio idolo, fin da quando giocavo a Roma, lui era alla Virtus nella stagione in cui fu nominato MVP. Mi fermavo a guardarlo, studiarlo e cercare di emularlo. Non solo come giocatore, anche come atteggiamento. Quando ha avuto belle parole per me anche lì ho impiegato del tempo per rendermene conto, poi ho letto cos’ha detto Coach Messina. Sono grato di questi apprezzamenti, ma li prendo come uno stimolo per migliorare”.
Giocare accanto a grandi campioni – “Entrare in spogliatoio la mattina e vedere giocatori che hanno fatto la storia dell’EuroLeague è incredibile. Io ho sempre cercato di ascoltare e imprare dai migliori, quest’anno penso che imparerò più che in passato. Per me è fantastico giocare con Kyle Hines, perché è stato a Veroli, che è vicino ad Alatri, di dove sono originario, e andavo a vederlo giocare con mio padre quand’era all’inizio della carriera. Ritrovarlo ora è incredibile”.
Gli obiettivi – “Gli obiettivi di squadra e individuali marciano insieme, ma quelli di squadra contano di più. Personalmente, sarò soddisfatto se sarò consapevole di aver dato ogni giorno il 120 percento di me stesso. Se non lo avrò fatto non sarò soddisfatto. Sono consapevole degli obiettivi della squadra, partecipiamo a quattro competizioni, sarà dura, ma abbiamo quello che serve. Qui hai sempre vicino un compagno che ti dà la mano, un allenatore che ti dà un consiglio, ma tutti remano nella stessa direzione, te ne rendi conto ed è bellissimo”.
Comunicato e dichiarazioni a cura di Ufficio Stampa Olimpia Milano.