“Questa Coppa fa parte della storia del basket italiano e va rispettata. Per me e per Milano è un’opportunità per tornare a vincere un titolo. È un obiettivo stagionale che vogliamo centrare. Dobbiamo pensare solo a quello. Tutti i titoli per me sono uguali e ogni partita è la più importante della carriera. Questa è la mia mentalità: quando scendo in campo non c’è un ranking, c’è una partita da vincere. Conta solo quello”. Così Kyle Hines ad Andrea Tosi su “La Gazzetta dello Sport” avverte le avversarie in vista dell’imminente Frecciarossa Final Eight.
Poi, aprendosi sulla sua carriera, Hines ha raccontato della sua evoluzione da giocatore sempre più orientata alla difesa: “Quando ero al liceo e al college ero molto preoccupato di fare buone statistiche per impressionare gli scout Nba. Col passaggio in Italia, a Veroli, ho cambiato le prospettive sotto coach Trinchieri che poi mi ha portato a Bamberg. Frequentando l’Eurolega ho capito quello che serve per vincere in questo torneo e mi sono adeguato realizzandomi come professionista. E posso dire di avere realizzato anche tutti i miei sogni: ho girato il mondo, vincendo ovunque con l’aiuto di grandi coach e di grandi compagni. Non ho rimpianti anche se non ho mai giocato in Nba”.
A Luca Chiabotti su “La Repubblica – Milano”, Hines ha parlato anche della sua vita a tutto tondo a Milano: “Mi sto godendo questa parte finale della carriera, mi piace lavorare in una grande società come l’Armani e con compagni così. Mi piace anche vivere a Milano, per quello che offre a tutta la mia famiglia ma anche per la possibilità di viaggiare e vedere tante cose non così lontane, dal lago di Como alle Dolomiti. In Russia era diverso, il clima ci teneva chiusi in casa. Qua è bello andare in giro, passeggiare al Parco Sempione…”
Hines non vuole comunque parlare di fine carriera, anzi la storia con Milano sembra vicina a prolungarsi oltre questa stagione: “Spero di giocare ancora a lungo. Fisicamente mi sento molto bene, il corpo e la testa rispondono a tutte le sollecitazioni. Ma ogni anno che passa dovrò guardarmi dentro per capire se sono ancora competitivo. Ho il contratto in scadenza ma credo che presto col club parleremo del rinnovo. Certamente vorrei andare avanti con Messina: sono venuto a Milano perché c’è Ettore in panchina. E poi l’Olimpia per me è il cerchio perfetto che si chiude: ho iniziato la mia carriera professionale in Italia e spero di chiuderla in Italia”.
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