Ettore Messina, head coach dell’Olimpia Milano, ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale ha toccato vari argomenti legati al basket e all’attualità. Dalle discussioni sulla ripartenza del Paese, secondo Messina ancora assolutamente premature, all’esempio negativo, a detta sua, del calcio, riferendosi alla volontà di salvarne assolutamente la stagione, senza dimenticare un giudizio sull’annata dell’Olimpia.
“Non mi piace affatto la piega che sta prendendo la situazione, e non mi riferisco solo allo sport ma al Paese in generale” – dice preoccupato Messina – “Negli ultimi giorni si parla solo di ripartire, mentre il tema sanitario sembra passato completamente in secondo piano. Ci stiamo comportando come se i contagi fossero vicini allo zero e le camere di rianimazione siano vuote, invece l’emergenza è ancora molto forte e la stiamo negando. Quando leggo i dati degli ospedali milanesi sono terrorizzato“.
“Il dibattito attorno al calcio è la perfetta fotografia di quello che sta accadendo. Credo sia più importante focalizzarsi e riorganizzarsi per ripartire bene nella prossima stagione, piuttosto che consumare troppe energie nel tentativo di salvare questa. E ciò vale anche per l’EuroLeague, con la quale al momento viviamo come sospesi. Non sappiamo se davvero si giocherà ma dobbiamo pensare come se la stagione fosse ancora in corso“, continua Messina.
Sulla famosa ‘Fase 2’, questo è il suo pensiero: “Dobbiamo deciderci: vogliamo che questo virus faccia da selezionatore naturale? Così chi resta per strada ci rimane, e vanno avanti solo quelli che ce la fanno, economicamente e organizzativamente. O vogliamo rinunciare tutti a qualcosa? Così non ci saranno i due tre che vanno alla grande, ma tutti staranno un po’ meno bene, ok, ma abbastanza bene“.
“Per uscirne c’è bisogno di guide illuminate, in tutti i settori, perché se ci fermiamo al primo ostacolo o non riusciamo a vedere il quadro completo, osservando solo i particolari, rischiamo di finire in liti e complessità che non saremo in grado di superare” – prosegue Messina – “Nella politica, come nell’economia e nello sport, l’emergenza durerà tantissimo. O abbiamo la fortuna di trovare qualche De Gasperi, o avremo problemi non facilmente risolvibili“.
Passiamo ora alla stagione 2019/20, stoppata dal Coronavirus. “È bizzarro parlarne ora, a stagione teoricamente ancora in corso. Abbiamo avuto momenti molto belli e molto brutti, con una chiara mancanza di continuità che mi ha dato molto fastidio” – spiega Messina – “Saremmo cresciuti più avanti? Io lo speravo, ovvio. Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte“.
Questione scudetto, non assegnato dalla Fip nonostante le varie voci levatesi in favore di un riconoscimento per la capolista Virtus Bologna: “Chi era in testa ha diritto di sentirsi migliore. Ma, al contempo, le altre hanno diritto di pensare che nei Playoff le cose potevano cambiare. Almeno fino alle Final Eight, la Virtus è stata meritatamente davanti, sono stati i più bravi. La Reyer? Quest’anno hanno vinto la Coppa Italia e lo scorso anno sono stati i più forti quando contava, nei Playoff, vincendo meritatamente lo scudetto pur senza aver vinto la regular season“.