Con tutto il basket sospeso a data da destinarsi causa pandemia da COVID-19, i giocatori s’ingegnano come possono nelle proprie case per mantenersi in forma e rispondere presente nel caso (difficile) che la stagione possa ripartire. Raggiunto dal portale argentino BasquetPlus.com, Luis Scola racconta la sua quarantena.

Sto bene e spero che presto tutto il mondo possa dire la stessa cosa” – commenta – “Chiaro, mi piacerebbe fare altro, ma sto bene. Qui a Milano, per fortuna, ho una piccola palestra. Certo, in Argentina ho anche un campo da basket e non è la stessa cosa, ma si cerca di mantenersi in forma. Non sappiamo ancora se e quando si giocherà e ognuno fa quel che può. Nessuno era preparato ad una situazione di questo tipo“.

Prosegue il 39enne argentino: “Quando tutto è cominciato, non sapevamo certo per quanto tempo sarebbe durato. Mi hanno detto che eravamo in quarantena circa tre settimane fa, mentre tornavo da Roma in treno. Da quel momento in avanti è stato fermato tutto, campionato, EuroLeague ed anche le Olimpiadi. Pazzesco. Non so se torneremo a giocare in questa stagione, ma le preoccupazioni al momento sono altre“.

Scola parla poi del suo approdo a Milano: “Il mio primo tramite per il passaggio all’Olimpia è stato Manu Ginobili. Mi disse che coach Messina aveva firmato con la squadra e che era interessato a me. Devo dire che si è comportato in modo molto corretto, rispettando i miei tempi per poi cominciare a parlare“.

Grazie all’arrivo all’Olimpia, l’esperto argentino è tornato a riassaporare l’atmosfera dell’EuroLeague, sebbene molto diversa da quella vissuta oltre un decennio fa in maglia Baskonia: “Il format è ovviamente diverso da allora, quando c’erano le Top16. Ora, al contrario, ci sono molte più licenze pluriennali. Ciò garantisce ad una squadra che ha la certezza di giocare in questa competizione per più anni la possibilità di programmare diversamente, in modo più solido, dando anche molte più garanzie ai giocatori“.

Capitolo NBA: “I giocatori che più mi hanno colpito? Sicuramente LeBron James e Kobe Bryant, mentre nel mio ruolo Tim Duncan e Dirk Nowitzki avevano qualcosa in più” – spiega Luis – “Antetokounmpo? Una sola volta ci siamo incrociati, quando giocavo ai Nets, ma ero fuori dalle rotazioni. Ciononostante mi ha da subito impressionato, sembrandomi un giocatore che avrebbe potuto cambiare il basket per sempre. Tornando a casa ho compreso che il mio tempo nella Lega era finito; era un altro sport“.

In chiusura, non poteva mancare un accenno al futuro, ma Scola non si sbottona: “Non so ancora cosa mi riserverà il futuro, se scenderò ancora in campo o meno. Ho giocato un ventennio a tutti i livelli e, detto sinceramente, quello che farò non cambierà comunque tutto quello che ho fatto nel mio passato. Non è ancora arrivato il momento di pensarci“.