Michael Arcieri, GM dell’Openjobmetis Varese, ha tracciato una linea sulle sue prime settimane di lavoro nel club biancorosso in una conferenza stampa. Tra i tanti temi trattati, ovviamente grande spazio è stato dato in merito al divorzio con Gentile: “Alessandro è un giocatore fortissimo che a me piace molto. – come ha riportato “La Prealpina” – E la sua partenza non è la chiave che spiega la differenza nel gioco: se fosse rima­sto all’interno del sistema Roija­kkers, il rendimento della squa­dra sarebbe stato simile a quello successivo alla sua partenza. Ho volu­to conoscerlo a quattr’occhi in una cena: è stato onesto, genui­no e mi ha parlato con il cuore. In quella serata abbiamo con­cordato su tutto, poi in allena­mento le cose non sono andate come speravamo, e dopo un col­loquio molto professionale con lui ed il suo agente abbiamo de­ciso di comune accordo di inter­rompere il rapporto”.

Spiegata anche la scelta di puntare su coach Roijakkers: “Dopo 3 vittorie in 13 partite era giunto il mo­mento di cambiare, non solo per i risultati ma anche per avere una voce diversa a portare il messaggio che si vince solo di­fendendo e dando il 100% su ogni possesso. Abbiamo parlato con tanti allenatori e poi optato per Roijakkers viste le sue doti da leader: Johan sta creando un’identità e una cultura che al di là delle 3 vittorie si vede gior­nalmente in allenamento”.

Per quanto riguarda il mercato, Arcieri prende tempo: “Tra l’aggiunta di Reyes, il lancio di Librizzi e Vir­ginio e il coach, la squadra è nuo­vissima con 2­-3 partite di espe­rienza comune. Prima di sceglie­re uno o due giocatori da ag­giungere, dobbiamo capire esat­tamente cosa abbiamo in casa. Stiamo lavorando tanto in fase di scouting, pur con il limite di non avere il visto da spendere. In un mondo perfetto cerchia­mo un giocatore che abbia po­tenziale di crescita futura con noi: meglio un giocatore che non ci aiuti a vincere due partite in più sulle 16 che mancano, ma sul quale si possa investire a lungo termine per costruire una squa­dra in grado di competere per anni per playoff ed Eurocup. Potremmo anche restare così? Sì, se la chimica che si sta svilup­pando funzionerà a lungo. Dob­biamo prendere la decisione giusta con tempistiche incerte”.

Infine, una chiosa sull’idea di Scola di mettere su un valido e duraturo settore giovanile: “Punta­re su giocatori da sviluppare non significa rinunciare a vince­re, anzi è l’esatto contrario. Spe­ro in futuro di poter portare a Varese giocatori di alto livello, ma la speranza non è una stra­tegia. Dobbiamo saper coniuga­re la necessità di vincere con la costruzione di un progetto a lungo termine: sviluppare gio­catori, puntando su ragazzi di 14­-15-­16 anni al di là del mer­cato, è una parte importante per creare uno zoccolo duro futuribile”.

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