Una sconfitta pesantissima, quella subita ieri sera dall’Oriora Pistoia al PalaCarrara contro la Pallacanestro Cantù nell’anticipo della terzultima giornata. Un 74-84, nonostante le prestazioni di Tony Mitchell (24+6 rimbalzi) e di L.J. Peak (21+6 rimbalzi), che quasi condanna i toscani alla retrocessione.
Queste le considerazioni di coach Paolo Moretti a fine partita: “Abbiamo fatto la partita che speravo -spiega il tecnico- e sinceramente non ho molto da dire ai ragazzi. C’era il timore che le due sconfitte dopo la vittoria di Bologna avessero scollegato tutto e invece stasera abbiamo giocato e per di più in situazione di emergenza, vista l’indisponibilità di Auda, l’entità del cui infortunio verrà rivalutata a inizio settimana. Contro una squadra di spessore fisico-atletico come Cantù abbiamo provato a mischiare le carte, giocando spesso con quintetti piccoli, chiedendo un extra-sforzo a Crosariol, che è stato bene in campo e devo dire che abbiamo fatto la partita che pensavamo. Abbiamo tenuto bene i loro punti di riferimento primari -prosegue Moretti- li abbiamo costretti a percentuali molto basse e siamo stati attenti anche in tutte quelle situazioni di lotta, perdendoci un po’solo nel terzo e quarto periodo. Nel primo tempo abbiamo davvero concesso poco, eccezion fatta per un paio di palle perse, verso il finire del secondo quarto, quando eravamo a cinque, sei punti di vantaggio, ma veramente non ho niente da recriminare. La partita volitiva che avevo chiesto c’è stata, purtroppo non è bastato e questo mi dispiace tantissimo: la sconfitta ci relega sempre più all’ultimo posto ed è chiaro che, in attesa dei risultati degli altri, la delusione c’è“.
Moretti scende poi in un paio di dettagli sul piano tattico: “C’è stata grande disponibilità e tanta voglia di aiutarsi. Nei primi venti minuti abbiamo retto benissimo, segnando oltre 40 punti, poi Jefferson è venuto fuori con la sua fisicità, ma le guardie le abbiamo tenute bene difensivamente, anche se questo ci è forse costato un po’a livello di precisione. Avremo potuto attaccare meglio l’area e questo forse ci avrebbe permesso anche di prenderci tiri migliori dal perimetro, ma oggettivamente le armi che avevamo, soprattutto nel secondo tempo quando Peak ha cominciato ad accusare la stanchezza, non erano moltissime. Devo dire che per esempio Mitchell ha fatto un ottimo lavoro anche da passatore, abbiamo costruito buoni tiri, ma le percentuali non ci hanno assistito: è difficile vincere quando si tira con meno del 40% dal campo. La squadra si è sempre comunque sforzata di fare le scelte giuste -conclude il coach- poi è innegabile che magari potevamo avere qualcosa in più dalla panchina: speravamo che Mesicek riuscisse a darci un po’di slancio, ma così non è stato, anche se non ho veramente rimproveri da fare ai miei giocatori“.
Dichiarazioni a cura di Ufficio Stampa Pistoia Basket 2000.