Chiacchierata con Fabio Corbani, che siede sulla panchina orceana dallo scorso novembre, dopo essere subentrato in corsa a Stefano Salieri.
Dal primo approccio che ha avuto con il gruppo, passando per le qualità che ha saputo apprezzare sino ad arrivare ad un caloroso messaggio per tutta Orzinuovi in questo momento così complicato.
Come ti trovi ad Orzinuovi e quali ragioni ti hanno spinto ad accettare a novembre questa sfida?
Ad Orzinuovi mi trovo benissimo. Una cittadina con una piazza fantastica, locali ed attività commerciali di alto livello, persone educate e rispettose. Un posto con grande cultura del lavoro, lo si percepisce.
Ho accettato l’incarico a novembre, e svelo un piccolo segreto, perché era la terza volta, negli ultimi anni, che il management del club, provava a portarmi ad ‘Orzi’, e questa volta mi sono detto:“allora vogliono proprio me!” La cosa mi ha dato una fortissima spinta, l’idea che ancora una volta mi cercassero è stata la chiave.
Il tuo arrivo in panchina è coinciso con un graduale crescita della squadra. Com’è stato il tuo primo approccio verso una formazione che era reduce da un periodo difficile?
Onestamente le prime due settimane sono state complesse. Dal mio punto di vista la squadra non aveva una struttura ed una fisicità equilibrate per la categoria. Abbiamo, condividendo ogni scelta con il club, fatto importanti interventi di mercato: l’ingaggio di Carenza, il reintegro di Varaschin e infine l’inserimento di Miles, perché il gruppo aveva anche limitata pericolosità offensiva.
Nei primi quindici giorni ho cercato di scuotere i ragazzi. Bravissime persone, ma non bastava. La mia idea è che non sia sufficiente essere un buon gruppo. Bisogna dimostrare di esserlo diventando competitivi, aggressivi, fisici ed intensi nella quotidianità della settimana. E non è sempre semplice o scontato.
Però è indispensabile. Devo ringraziare giocatori, staff e club, perché ad un certo punto tutti si sono fidati e hanno deciso di ascoltare, di darmi la loro disponibilità nel seguire una linea tecnica e tattica diversa. I ragazzi sono usciti dalla loro comfort-zone. Sono stati bravi ed onesti, mettendo da parte le individualità e qualche privilegio precedentemente acquisito. Si sono quindi totalmente dedicati all’obiettivo della squadra: salvarsi.
Quali sono le qualità di questo gruppo che apprezzi o ti hanno sorpreso maggiormente?
L’allenabilità e l’onestà di ogni singolo giocatore e poi sono anche simpatici. Non ricordo un giorno in cui, pur allenandoci sempre con grande impegno e intensità, io non mi sia divertito. Sono dei ragazzi veramente in gamba, con personalità. E di questo non posso che ringraziarli.
Siamo all’interno di un pausa forzata dall’attività. Però, sotto che aspetti i ragazzi possono ancora migliorare?
Mentalmente. Usciremo da un periodo complesso e mai vissuto da nessuno di noi. Le qualità morali del giocatore faranno la differenza alla ripartenza. La capacita di rimettersi in gioco, di tornare a competere con serenità e con ambizione tecnica individuale, saranno la chiave. Farsi trovare pronti non sarà facile, ma sarà importante. Orzinuovi sta passando un periodo molto complicato e doloroso. Lancia un messaggio a tutti gli orceani…
Orzinuovi ha perso affetti, persone care e molti anziani. Una tragedia. Le persone anziane hanno segnato la mia vita. Ho imparato tanto da loro:giocare a carte, a scacchi, a bocce, l’essere silenziosi dicendo tutto, lavorare il legno il ferro, mungere una mucca, tagliare l’erba, il fieno, bere un grappino, fare un bastone. E potrei andare avanti all’infinito. Cosa posso dire? Tanta tristezza, rispetto e comprensione. Nel nostro piccolo, nel nostro nulla, se potremo, sarebbe un onore se l’Orzibasket ed i suoi giovani giocatori potessero essere un piccolissimo volano. Una piccola spinta per aiutare la ripartenza di un posto che in pochi mesi mi ha conquistato.
Fonte: ufficio stampa Agribertocchi Orzinuovi