La squadra di pallacanestro Ostia Warriors è una nuova realtà nel mondo dello sport e della solidarietà italiana. Nata a Giugno 2019 e composta da giocatori professionisti e semi-professionisti del basket, provenienti da diverse squadre italiane ma tutti originari di Ostia (Roma), si adopera per eventi di solidarietà a favore di cause sociali. Il loro debutto a luglio di quest’anno al PalaAssobalneari di Ostia ha ottenuto grandi apprezzamenti negli ambienti dello sport e solidarietà, temi per cui si prodigano.
Con questa rubrica vogliamo entrare un po’ di più nel mondo di questa nuova realtà sportiva e sociale che ha tanto da dire e da fare, intervistando le varie individualità che la compongono. Per la sesta puntata abbiamo intervistato Roberto Pappalardo, classe 1990, attualmente in C Silver Puglia con la maglia del Basket Club Cerignola e con trascorsi, nell’ordine, con Olbia, Ravenna, Ruvo di Puglia, Rovereto, Stella Azzurra Roma, Alfa Omega, Stelle Marine Ostia e Frascati.
Roberto, la prima domanda è quasi obbligatoria: come stai vivendo questa quarantena da atleta?
“Sto cercando di affrontarla senza deprimermi e continuando ad allenarmi, per quanto possibile, in modo da non perdere la forma fisica. Spero che questa situazione si risolva al più presto e nel migliore dei modi, anche se il corso delle cose ci fa pensare che durerà ancora un bel po’ e che non sarà facile uscire, relazionarsi e addirittura allenarsi, anche quando la quarantena sarà finita“.
Sei un Ostia Warriors della prima ora. Come hai saputo del progetto e che sensazioni hai provato alla convocazione?
“L’ho saputo dal mio amico, l’allenatore De Rocchis. Ci incontrammo in un bar per un caffè e, parlando del più e del meno, mi disse che con altre persone si aveva in mente di creare una squadra di giocatori esclusivamente lidensi, per giocare delle partite di beneficenza. All’inizio ero un po’ scettico dopo questa chiacchierata, perché per un atleta le partite organizzate d’estate sono sempre pericolose e non viste di buon occhio, a causa di possibili infortuni che possono mandare all’aria una intera stagione. Ma poi, quando ci siamo ritrovati tutti insieme e abbiamo capito bene quale era il senso del nostro gruppo, sono passate le paranoie ed abbiamo iniziato questo percorso tutti felici di far parte di questa squadra“.
Hai avuto un ruolo nella formazione della squadra?
“Si, Dario mi chiese se avessi qualche nome da suggerire per formare la squadra. Di nomi ne avevo eccome! Così cominciammo a parlare dei nostri amici giocatori, che poi sono effettivamente diventati gli OW“.
Come vedi questo progetto nel mondo del basket romano e in generale nel mondo dello sport?
“Questo progetto è un qualcosa che potrebbero e dovrebbero portare avanti tutte le grandi città. Perché se noi ora, nel nostro piccolo, riusciamo a dare una mano a chi ne ha bisogno, figuriamoci cosa si potrebbe fare se ci fossero più squadre del genere, più sponsorizzazioni mediatiche per gli eventi. Ad esempio, delle squadre che si sfidino l’una contro l’altra o anche organizzare qualche torneo, ogni estate in posto diverso. Riusciremmo ad aiutare molte più persone“.
Quale valore aggiunto senti di portare al progetto OW?
“Non penso di portare un valore aggiunto al progetto. Solo tanta voglia di fare, divertire ed aiutare il più possibile“.
Hai girato l’Italia per anni in varie società di A, B e C. Da questa stagione hai iniziato il tuo percorso in una formazione pugliese. Dacci la tua opinione sul basket da te conosciuto in Italia e ora in Puglia.
“Il basket oggi forse sta riprendendo un po’ di spazio e visibilità. Non ai livelli del calcio ovviamente, ma sta rinascendo. Il mondo della pallacanestro ha passato un periodo pessimo, era totalmente eclissato, con sponsor che non arrivavano oppure scappavano, squadre che fallivano, giocatori non pagati etc. Non dico che queste situazioni non ci siano più, perché alcuni ancora ne soffrono, ma sicuramente ci stiamo rialzando. E pian piano penso riusciremo a tornare ai livelli di un tempo, coronavirus permettendo, ovviamente.
Quest’anno ho intrapreso un progetto di 3 anni per il Cerignola che, dalla C Silver, vuole tornare in serie B. In completa onestà, avrei voluto ricominciare a giocare da professionista con la serie B, ma sono felicissimo di aver abbracciato il progetto del Cerignola, che mi ha portato in una realtà che non conoscevo a questi livelli. Alcuni anni fa avevo già giocato in Puglia con la B1 di Ruvo, ma a dire il vero la serie C pugliese non ha tanto da invidiare alla B in tutta Italia. Ci sono squadre super competitive, tutte con almeno 2 stranieri, e tutte molto ben organizzate in ogni settore. È certamente un bel punto di partenza. Sicuramente la Puglia ha capito il modo per far rivivere il mondo della pallacanestro“.
La tua opinione sulla stagione del Cerignola.
“È stata una stagione affrontata al meglio finchè si è potuto. Una squadra costruita benissimo, piena di persone umili e con tantissima voglia di fare. Dall’allenatore fino all’ultimo singolo componente del team. In tutto il percorso, abbiamo perso una sola partita e per un nostro scivolone mentale. Poi, come abbiamo dimostrato, ci siamo subito ripresi continuando a dominare il campionato.
Sono molto dispiaciuto per quello che sta succedendo in Italia e nel mondo a causa di questa pandemia. Spero finisca presto e che si possa tornare alla normalità, buttandoci dietro alle spalle questo periodo negativo. Certo che per noi come squadra, questo stop non ci voleva: il mio dispiacere più grande è stato dover abbandonare la stagione corrente in questa maniera. Una delle poche stagioni dove va “quasi” tutto bene, dove ho trovato dei compagni ed amici fantastici e che davvero mi mancano in questa quarantena.
In genere, è difficile riuscire ad andare d’accordo con tutti i componenti di una squadra; noi invece della nostra sintonia ne abbiamo fatto la nostra forza. Siamo tutti l’uno per l’altro, pronti ad aiutarci e darci una pacca sulla spalla, piuttosto che mandarci a quel paese, così una squadra è vincente e lo abbiamo dimostrato. Speravo si potessero giocare almeno i playoff per concludere questa brillante stagione e tentare di vincere sul campo la promozione che volevamo. Ma purtroppo tutti sappiamo come è andata“.
Si ringraziano per la disponibilità Roberto Pappalardo e la società Basket Club Città di Cerignola. Foto a cura di Rossella De Maria, Team Manager & Founder degli Ostia Warriors.